Il 7 ottobre al Parlamento europeo c’è stato un voto cruciale: quello sulla Legge europea per il Clima.
Si tratta di uno dei provvedimenti più importanti in tema di tutela dell’ambiente, perché trasforma in legge l’obiettivo prefissato dal Green New Deal: far sì che l’economia e la società europee diventino a impatto climatico zero entro il 2050, rendendo questo impegno vincolante per gli Stati membri.
In questo importante voto, che serviva ad adottare il mandato negoziale del Parlamento europeo sulla Legge per il Clima, il MoVimento 5 Stelle è stato ago della bilancia: grazie al nostro voto favorevole, infatti, ci presentiamo ai tavoli negoziali con gli Stati membri (riuniti in sede di Consiglio) con degli obiettivi ambiziosi per combattere la crisi climatica.
Lo stesso non si può dire delle delegazioni di Lega e Fratelli d’Italia, che hanno votato contro la riduzione del 60% delle emissioni inquinanti entro il 2030. Non solo: i gruppi di loro appartenenza hanno presentato un emendamento di rigetto dell’intera proposta di legge. Un comportamento irresponsabile e fuori dal tempo, oltre che un pericoloso sintomo del negazionismo dei cambiamenti climatici che sembra appartenere a questi partiti.
Per fortuna le loro ambizioni disfattiste sono state messe alla porta e ha prevalso l’Unione europea che ci piace: quella che s’impegna per il futuro e che si pone obiettivi di buonsenso. Ma quali sono questi obiettivi?
Vediamo insieme i principali:
– È stato approvato il target della riduzione del 60% delle emissioni inquinanti entro il 2030;
– È stato fissato l’obiettivo del raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050;
– È stata richiesta la necessità di stabilire un bilancio per i gas serra, che definisce la quantità totale rimanente di emissioni che potrebbe essere emessa fino al 2050;
– Si è stabilito che ogni iniziativa della Commissione europea dovrà essere in linea con gli obiettivi climatici dell’Unione;
– Si è affermata la volontà di istituire un Consiglio europeo per i cambiamenti climatici, ossia un organismo scientifico indipendente che valuti i progressi in tale direzione;
– Si è confermata la richiesta di eliminare gradualmente le sovvenzioni ai combustibili fossili entro il 31 dicembre 2025.
Entro il 31 maggio 2023 la Commissione dovrà proporre una tabella di marcia su come raggiungere la neutralità entro il 2050, per limitare l’aumento della temperatura globale, in conformità con l’accordo di Parigi del 2015.
I prossimi passi: il Parlamento europeo, con la sua proposta, è pronto a presentarsi ai tavoli negoziali con il Consiglio europeo, non appena questo avrà concordato la propria posizione.
La strada è ancora lunga e siamo solo all’inizio di un percorso che richiederà impegno da parte di tutti. Il tempo è già scaduto e servono azioni subito. Questo voto simboleggia un’Europa che c’è e che batte un colpo: non ci fermiamo.