– Non ha mai avuto problemi di questo genere? Lei di dov’è?
– Io sono di qua, palermitano, ma che dovrei fare? Cosa mi sta domandando?
– Prendi una carta di 500 euro e me la fai avere per la festa… e tu stai bello tranquillo.
E nessuno ti disturba.
Questo è il passo più importante del video che mostra un esattore del pizzo mentre fa la sua richiesta estorsiva all’imprenditore.
Quando l’imprenditore fa finta di non capire la sua richiesta e chiede cosa gli sta chiedendo il mafioso gli fa questa domanda:
Ma lei di dov’è?
Questo perché se sei di Palermo e vuoi fare impresa lo devi sapere che verrà qualcuno a chiederti “il contributo per la festa” così se paghi “puoi stare tranquillo, non ti succede nulla”.
Se sei di Palermo e apri un negozio, un pub, un ristorante o una qualsiasi altra attività economica lo devi sapere che devi “metterti in regola” con “la famiglia del quartiere”.
Noi siamo palermitani e lo sappiamo che le cose vanno così, ma sappiamo anche che lo Stato, le Forze dell’ordine, la magistratura, gli imprenditori onesti, le associazioni antimafia e anti racket, lavorano ogni giorno per porre fine a questa piaga sociale.
Se le cose vanno così, non significa che devono ancora andare così.
Si può e si deve reagire.
Si può e si deve cambiare.
Si può e si deve denunciare.
Dico sempre che l’antimafia non la fanno solo gli “addetti ai lavori”, i Magistrati, le forze dell’ordine.
L’antimafia la fanno prima di tutto i cittadini, ogni giorno, nella propria vita, con i propri comportamenti, con le proprie scelte.
Oggi più che mai c’è bisogno di un riscatto sociale che parta dalla città di Palermo.
Una città martoriata dal sangue e dal cemento.
Una città che ha pagato tanto e che continua a pagare lo scotto di essere stata in balia delle famiglie mafiose e dei loro sporchi interessi criminali ed economici.
Palermitani alzate la testa e ribellatevi.
Lo Stato è con voi, anzi, lo Stato siete voi!