Il 110% è una percentuale che abbiamo imparato a conoscere. È la percentuale del Superbonus, un incentivo che aiuterà da un lato le famiglie, a rendere le proprie case più efficienti dal punto di vista energetico e più sicure con interventi di miglioramento antisismico; dall’altro le imprese, dando un grande impulso all’occupazione e in generale all’economia del Paese. Si potrà così risparmiare sulle spese del riscaldamento, ad esempio, e ridurre anche le emissioni inquinanti in atmosfera.
C’è però una serie di “vecchi” bonus, che esistono da tempo, che i cittadini possono continuare a utilizzare. Si tratta di bonus che danno diritto a volte a detrazioni fiscali un po’ più basse, perché sono associati ad aliquote inferiori (dal 50 al 90% è il range) e che però, grazie alla novità introdotta con il decreto Rilancio, possono comunque contare sul meccanismo della cessione del credito di imposta e dello sconto in fattura. Significa che si può decidere di ottenere uno sconto diretto in fattura nella percentuale prevista dal bonus. Oppure, di cedere il credito d’imposta all’impresa che effettua i lavori o ad altri soggetti, come artigiani, banche, società. Qualsiasi sia l’aliquota applicata, comunque, si potrà decidere di tenere per sé il diritto alla detrazione e andare in compensazione ogni anno, cioè godere di uno “sconto” sulle tasse da pagare un po’ per volta.
È il caso del vecchio ecobonus nel settore dell’edilizia: per coloro che realizzano interventi di riqualificazione energetica ma non hanno i requisiti per accedere all’aliquota rafforzata del Superbonus 110%, c’è comunque la possibilità di accedere all’ecobonus con le “vecchie” aliquote di detrazione fiscale che vanno dal 50 all’85% a seconda degli interventi effettuati. Nell’ecobonus rientra ad esempio la sostituzione degli infissi, che tanta importanza ha anche nel contenimento della dispersione termica delle abitazioni.
Resta la possibilità, sempre se mancano i requisiti per il 110%, di accedere al bonus con detrazione originaria al 50% per l’installazione negli edifici di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici. Tutto quello che bisogna fare è acquistare un’infrastruttura di ricarica e sostenere i costi della sua installazione in casa. A quel punto si avrà diritto a una detrazione del 50% sull’Irpef.
Infine ci sono gli interventi per l’installazione di impianti fotovoltaici. Come per i precedenti bonus, nel caso in cui questi lavori non si trovino in associazione ai grandi interventi che fanno scattare l’aliquota al 110%, la detrazione è al 50% per una spesa massima di 96mila euro.
Ricordiamo poi altre due agevolazioni che incentivano il miglioramento degli edifici e che godono del meccanismo della cessione del credito di imposta e dello sconto in fattura, introdotto con il decreto Rilancio, pur mantenendo sempre l’aliquota originaria.
Il primo è il bonus ristrutturazione edilizia che prevede una detrazione del 50% per un limite massimo di spesa di 96mila euro. Si possono fare interventi di manutenzione straordinaria come l’installazione di ascensori o scale di sicurezza, la sistemazione delle recinzioni e altri interventi per il risparmio energetico o per eliminare le barriere architettoniche.
Il secondo è il bonus facciate che consente di avviare lavori sugli esterni degli edifici e avere diritto a una detrazione del 90% sulla spesa complessiva. Grazie a questo bonus si può quindi accedere a un’importante agevolazione per ripulire o ritinteggiare le facciate delle case, in particolare in aree di interesse come i centri storici delle nostre città.
Questi incentivi, che prevediamo di prorogare con la prossima legge di Bilancio, insieme agli interventi previsti dal Superbonus, rappresentano un volano per la ripresa dell’economia e un’occasione per un futuro sostenibile e innovativo per il nostro Paese.