Il Parlamento ha approvato la Nota di aggiornamento al Def (Documento di economia e finanza) e un altro scostamento di bilancio.
Si tratta di passaggi tecnici ma estremamente importanti, perché permettono di capire quante e quali risorse lo Stato si appresta a spendere per continuare a rispondere all’emergenza Covid e rilanciare l’economia.
Con questo scostamento di bilancio il Governo, con lo stimolo costante del MoVimento 5 Stelle, mette in campo altri 22 miliardi di risorse fresche che serviranno a comporre una parte della Manovra, pronta per essere presentata alle Camere nei prossimi giorni. Il resto delle risorse arriverà dal Recovery Fund, soprattutto sussidi.
L’approvazione della Nota di aggiornamento e dello scostamento sono quindi passaggi decisivi in vista della Legge di bilancio, che porterà in dote circa 40 miliardi di euro.
Con queste risorse il MoVimento 5 Stelle intende potenziare la rete di protezione intorno ai settori più colpiti, come turismo e ristorazione, confermare la cassa integrazione per le filiere più in difficoltà, affiancare i Comuni negli sforzi che stanno compiendo.
In più andremo a potenziare e stabilizzare misure molto importanti di fiscalità di vantaggio come il Superbonus al 110% (ristrutturazioni energetiche e adeguamenti antisismici a costo praticamente zero per i cittadini), Transizione 4.0 (incentivi fiscali alle imprese che acquistano beni strumentali e tecnologici), decontribuzione al 30% per le imprese del Mezzogiorno.
L’approvazione della Nota di aggiornamento e dello scostamento ci consentono inoltre di gettare le basi per l’introduzione dell’assegno unico per i figli, razionalizzando tutti i bonus oggi esistenti ed eccessivamente polverizzati, e per l’approvazione della riforma fiscale.
Da quest’ultimo punto di vista, lo dobbiamo ricordare, il percorso è già iniziato. Grazie all’apporto decisivo del MoVimento 5 Stelle abbiamo già abolito le clausole di salvaguardia dell’Iva, che ogni anno limitavano drasticamente gli spazi di manovra della legge di bilancio, e abbiamo tagliato il cuneo fiscale per 16 milioni di lavoratori, operazione che sarà confermata anche nel 2021.
La fine del percorso sarà un’organica riforma dell’Irpef, imposta nata negli anni ’70 e quindi troppo vecchia per essere all’altezza del Paese che oggi stiamo progettando. Ne trarrà benefici soprattutto il ceto medio, quello oggettivamente più penalizzato dalla progressione delle aliquote fiscali intermedie.
Tanto resta da fare, lo sappiamo, ma la quantità di risorse ulteriormente messe in campo ci fa sentire tutta la responsabilità di decisioni che saranno prese al solo scopo di migliorare la qualità della vita dei cittadini.