Ora che se ne parla anche in sede europea in molti dimenticano che il MoVimento 5 Stelle propose di cancellare il debito in pancia alla Bce in tempi non sospetti, scatenando la reazione scomposta di opinionisti e tecnici. “Non si può fare, è tecnicamente irrealizzabile e pericoloso solo parlarne”, dicevano. Eppure il tempo è galantuomo e oggi è diventato un tema trasversale, di cui parla senza remore il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli in un’intervista a Repubblica. Come volevasi dimostrare la questione è solo ed esclusivamente politica, mentre dal punto di vista tecnico nulla vieta alla Bce di cancellare dal suo bilancio il debito nazionale che ha comprato a partire da marzo per sostenere i governi durante la pandemia.
Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
La Bce ha avviato il 26 marzo scorso il cosiddetto PEPP, un piano di acquisto di titoli pubblici e privati pari a 750 miliardi per tutta l’eurozona, poi saliti a 1.350 fino al giugno 2021 (ma probabilmente si andrà anche oltre). In parole semplici, l’istituto presieduto da Christine Lagarde sta comprando in massa le nuove emissioni di debito pubblico degli Stati, Italia compresa. L’obiettivo è sostenere i governi nel finanziamento di politiche economiche anti-crisi, sottraendo ai mercati il potere di determinare il tasso di interesse sui titoli di Stato. Nonostante il rapporto debito/Pil italiano non sia mai stato così alto, infatti, i tassi di interesse sui nostri BTP a 10 anni sono bassissimi, intorno allo 0,6%, mentre per i titoli con scadenza inferiore a 5 anni siamo addirittura in territorio negativo (restituiamo meno di quanto ci prestano).
Se teniamo conto anche dei piani di acquisto precedenti, iniziati già nel 2015, la Bce oggi detiene oltre 500 miliardi di debito pubblico italiano, quasi il 20% del totale. Il debito italiano post-covid in pancia alla Bce invece ammonta a circa 140 miliardi e arriverà intorno ai 200 a fine 2020.
Cancellare almeno la quota di debito da Covid sarebbe non solo giusto, ma facilmente realizzabile. Basti pensare che la Bce non è un creditore normale. Non si tratta di un’impresa o di una banca commerciale che se non si vede restituire i soldi che ha prestato va in sofferenza e magari fallisce. La Bce è l’istituzione che emette la moneta euro e può operare senza nessun problema anche con un patrimonio negativo (passivi maggiori degli attivi). Cancellare il debito da Covid sarebbe come “monetizzare” il deficit pubblico degli Stati, un’operazione che viene trattata in tutti i manuali di economia e che è sostenuta da tempo da economisti autorevoli.
Non siamo più i soli a dirlo, ma di certo siamo stati tra i primi e ne andiamo orgogliosi. Ciò che ci interessa davvero, però, è che un dibattito così importante prenda sempre più piede per dare corpo ad un’Europa moderna, al passo con i tempi, liberata dalle catene dell’austerità che per troppo tempo l’hanno condannata alla bassa crescita o alla recessione vera e propria. Insieme alla sospensione e poi alla riforma radicale del Patto di Stabilità e all’archiviazione definitiva del Mes, la cancellazione del debito da Covid può essere un pilastro dell’Unione del futuro.