Internet è una rivoluzione. Non un semplice prodotto che può aiutarci a vivere meglio la vita di sempre o a lavorare meglio nello stile di sempre. No. Internet deve, necessariamente, portare ad una vera e propria trasformazione radicale delle aziende, dei prodotti, delle relazioni umane e aziendali… Altrimenti il suo senso ne risulterà travisato e inespresso.
È questa, come scrive Renato Mannheimer nella prefazione di “Il web è morto, viva il web” (Pro Sources, 2001), l’idea forte che ispirava Gianroberto Casaleggio, che nel libro propone spunti di riflessione, lancia provocazioni forti, a volte moniti. Come a dire: attenti! Perché nella rivoluzione bisogna inserirsi con anticipo e con una presa di coscienza forte. Il cambiamento deve essere affrontato per tempo e nella convinzione che a cambiare non sarà solo la superficie, ma la sostanza delle cose.
Proprio per questo vogliamo regalarvi alcuni stralci di “Il web è morto, viva il web”. E per ricordare parte di quel pensiero, di quelle idee che lo hanno portato a fondare il MoVimento 5 Stelle e il suo cuore pulsante: il Progetto Rousseau.
Le ultime elezioni americane sono state le prime in cui Internet è stato utilizzato realmente dai candidati. Sia Bush che Gore hanno affrontato la competizione elettorale dando ampio spazio ai temi legati alla Rete, in particolare a: educazione, tassazione, e-commerce, regole per l’e-business, libertà di informazione (free speech), controllo della pornografia (porn fìltering), privacy e reale e distribuita possibilità di accesso alla Rete (digitai divide).
Entrambi i candidati hanno affrontato le elezioni con uno staff di esperti in web marketing. Interessante notare che Bush, il vincitore, era il candidato favorito della Silicon Valley.
Numerosi siti di società americane hanno offerto i loro servizi ai candidati dei due schieramenti, tra le quali vanno citate: Aristotle Publishing, Campaign Advantage, Capito! Advantage, Grassroots.com e Netivation. Tra i servizi offerti: veicolazione dell’immagine del candidato, raccolta di fondi on line, promozione dei programmi elettorali.
Le elezioni hanno dimostrato che si possono prevedere i risultati delle stesse con la valutazione degli accessi ai siti legati ai candidati nei diversi stati e hanno confermato che una vasta maggioranza degli americani che usa Internet come fonte di informazione, la considera attendibile.
La tecnologia sta irreversibilmente trasformando il processo politico ed è un cambiamento al suo inizio. Valutarne le implicazioni è essenziale.
L’accesso alla Rete diventerà esplosivo con la diffusione del B2C, con la diffusione in ogni casa di strumenti di accesso di massa come la webtv o il webphone, ma già prima la Rete sarà determinante.
Le rivoluzioni nelle comunicazioni sono sempre state al centro dei cambiamenti delle organizzazioni sociali, Internet non fa eccezione. La Rete introduce il concetto di democrazia diretta e con essa l’accesso dei cittadini alle informazioni, il rapporto diretto con il candidato, il controllo dell’attuazione dei programmi e la partecipazione collettiva alle scelte.
La democrazia diretta ha le sue regole e le sue implicazioni.
Le regole:
_trasparenza, il dibattito politico si basa sui fatti e sull’attendibilità, provata, delle dichiarazioni dei candidati,
_eliminazione delle intermediazioni senza valore aggiunto, i politici devono quindi dimostrare di averlo attraverso i fatti. La relazione è diretta tra loro e l’elettore,
_l’informazione non è più mediata,
_interattività,
_il brand non conta, il contenuto è importante. In altri termini, chi spende tempo on line decide dove andare, se non sei interessante va altrove,
_spiegazione, elaborazione ed estrapolazione del contenuto contrapposti a sintesi e ripetizione,
_il testo scritto perde di importanza, attualmente solo il 15% del testo scritto è letto on line,
_il messaggio è globale,
_narrowcasting al posto di broadcasting.
Le implicazioni:
_condizionamento continuo del politico da parte dell’elettorato, prima e dopo le elezioni,
_i temi quotidiani diventeranno più importanti di quelli politici, es. servizi ai bambini più rilevanti dell’integrazione europea; non temi astratti, ma problemi qui e ora,
_il cittadino accederà a più fonti di informazione, le potrà confrontare. L’importanza di una determinata notizia non sarà più decisa dai giornalisti con la scaletta del telegiornale o con la prima pagina del quotidiano,
_il politico stabilirà una relazione one to one con i propri elettori, via sito, email, forum e chat,
_nascita dei referendum e dei poli via Internet; inizialmente, pur non avendo valore legale, avranno un valore di pressione politica. I referendum su temi di importanza nazionale diventeranno abituali come la lettura dei quotidiani o le news televisive serali,
_i politici potranno, prima di prendere una decisione, es. votare per una certa legge, disporre dell’opinione del loro collegio elettorale,
_siti di comunicazione politica informeranno puntualmente i cittadini sull’operato dei politici, sulla loro aderenza ai programmi, sull’avanzamento dei progetti e consentiranno di influenzare il politico. Esempi americani: www.vote.com e www.speakout.com,
_acquisizione di una nuova area elettorale, prima disinteressata alla politica perché non coinvolta,
_nascita di comunità virtuali, veri gruppi di pressione politica con propri siti e capacità di spostamento di flussi elettorali,
_lobby su Internet con l’inserimento nei siti d’opinione di dati e statistiche favorevoli al proprio schieramento,
_le email degli elettori diventeranno il punto di reale contatto,
_il profilo dell’elettore consentirà di indirizzare un messaggio in modo puntuale ad una determinata categoria,
_l’importanza di Internet sarà maggiore a livello locale, dove l’attuazione dei programmi di governo è più visibile e i problemi immediatamente percepibili.
Nel prossimo futuro vi sarà una tensione inevitabile tra democrazia diretta e democrazia rappresentativa e vecchi media, tv e giornali, che potrà rallentarne l’avvento. I politici inoltre, in mancanza di una reale esperienza nell’ uso di Internet, si orienteranno ancora verso la televisione per promuovere sé stessi. Ma con il tempo quest’investimento si rivelerà inutile. Negli States si raggiungerà entro i prossimi 4/5 anni una tale massa critica su Internet che obbligherà i partiti ad indirizzare gli investimenti prevalentemente in Rete.
L’interactive leader sarà allora il nuovo politico, colui che trasforma continuamente i desideri della pubblica opinione in realtà. Questo nuovo politico non avrà bisogno di essere interpretato dai media attuali che perderanno quindi la loro importanza.
L’interactive leader da una parte acquisterà potere, ma dall’altra lo perderà perché dovrà rendere conto ai cittadini delle sue azioni e a perseguire la volontà dell’elettorato in tempo reale.
Il politico sarà considerato in termini utilitaristici dai cittadini, se farà un buon lavoro avrà successo e potrà considerarsi immune da valutazioni morali, etiche o ideologiche.
Nel suo discorso d’addio del 17 gennaio 2001 al parlamento dell’Arkansas, Bill Clinton ha dichiarato: “To be a president is a job, It’s just a job.”, anticipando con questa semplice dichiarazione l’avvento della democrazia diretta.