Investire sul lavoro femminile rappresenta una grande opportunità per il nostro Paese, ancor di più in un momento delicato come quello attuale.
In Italia esiste un netto divario di genere. Il tasso di disoccupazione (specialmente nel Sud Italia), il grado di discontinuità del lavoro e il livello di retribuzione media rivelano quanto le donne lavoratrici siano ancora fortemente svantaggiate rispetto agli uomini.
Colmare questo divario non è solo una battaglia di civiltà: significa investire sul futuro della nostra economia e della nostra società.
Secondo i calcoli di Bloomberg basati su dati Eurostat, ad esempio, se il tasso di occupazione femminile in Italia fosse uguale a quello maschile il Pil salirebbe di 88 miliardi di euro.
Non solo. Secondo una ricerca dell’Organizzazione internazionale del lavoro del 2019, le aziende che puntano sulla parità di genere ottengono un più elevato livello di produttività.
Sono indicatori che confermano l’importanza degli obiettivi che ci siamo posti come Ministero del Lavoro, a cominciare dalla promozione dell’occupazione femminile attraverso interventi finalizzati all’inserimento e alla permanenza delle donne nel mondo del lavoro, dal potenziamento del lavoro autonomo femminile e dal rafforzamento degli strumenti di trasparenza retributiva per eliminare il gender pay gap.
In questa direzione è orientato, ad esempio, lo sgravio triennale al 100% per le aziende del Mezzogiorno che assumono donne disoccupate e quello per tutte le altre che assumono donne disoccupate da almeno 24 mesi sull’intero territorio nazionale, come ho previsto nella prossima legge di bilancio.
Al tempo stesso, dobbiamo puntare con forza sul miglioramento della conciliazione vita-lavoro (in particolare attraverso il potenziamento dei servizi all’infanzia), sulla lotta al part-time involontario e sull’acquisizione di nuove competenze, specie in ambito STEM, dando così la possibilità alle donne di avere un futuro lavorativo più sicuro e un impiego di qualità: per questo ho chiesto, all’interno di un capitolo ad hoc presentato nell’ambito del Recovery Fund, risorse per 2,4 miliardi di euro.
Investire sul lavoro femminile rende l’Italia più forte.