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Oggi Ivano Martinetti, portavoce del MoVimento 5 Stelle in Regione Piemonte, ci racconta la sua proposta di legge volta a promuovere e sostenere la filiera della canapa agroindustriale in Piemonte.
Promuovere e sostenere la filiera della canapa agroindustriale in Piemonte. È l’obiettivo principale della proposta di legge, a prima firma del consigliere 5 Stelle Ivano Martinetti, che sarà presto discussa dal Consiglio regionale del Piemonte.
È necessario dare impulso a quello che sempre più spesso viene definito “Oro verde”, un prodotto dagli utilizzi più svariati: agroalimentare, biomedico, cosmetico, tessile, bioedilizia e molto altro.
La canapa non è certo una novità nella nostra regione. Il Piemonte vanta un’antica vocazione canapicola ed inoltre esiste addirittura un tipo di canapa detta Carmagnola, proprio dal nome della città piemontese.
La proposta di Legge vuole dare “concreto sostegno alla filiera della canapa industriale in Piemonte, riconoscendone le peculiarità con interventi concreti di valorizzazione, fino alla possibile ipotesi di creare un distretto della Canapa in Piemonte”. Gli obiettivi principali del testo sono: il raccordo delle filiere territoriali locali, il sostegno all’attività di sementiera, alla meccanizzazione delle fasi di coltivazione, alla raccolta, movimentazione e stoccaggio, alla tracciabilità dei prodotti, all’anagrafica dei produttori e molto altro.
La produzione di canapa rappresenta uno dei tasselli per il futuro dell’agricoltura sostenibile ed a kilometro zero, le istituzioni devono quindi fare la propria parte. E questa proposta di legge va in questa direzione.
Malgrado le riconosciute peculiarità, la sua coltivazione è stata abbandonata intorno alla metà del Novecento, in Piemonte come sull’intero territorio nazionale, a causa della concorrenza delle fibre sintetiche. Fino al 1940, in Italia, si contavano quasi 100mila ettari coltivati a canapa industriale, classificandoci come secondo maggior produttore al mondo, dietro soltanto all’Unione Sovietica.
Dopo un lungo periodo di stasi, a partire dall’ultimo decennio il comparto della canapa è tornato comunque a crescere ovunque, tanto che se nel 2019 il mercato mondiale valeva 4,6 miliardi di dollari, secondo le stime passerà a ben 26, 6 miliardi nel 2025.
La canapa è una coltura piuttosto green. Ha una ridotta necessità di pesticidi o diserbanti, poco esigente in materia di suolo e fertilizzanti e capace di avere un ruolo quasi di “bonifica” dei siti inquinati. Inoltre, adattandosi bene a ogni tipo di altitudine, potrebbe rappresentare un volano per il rilancio delle zone montane spopolate e per il recupero di terreni incolti e abbandonati. In aggiunta, le varietà autoctone piemontesi sono nel panorama internazionale considerate pregiate e costituiscono una opportunità per le aziende florovivaistiche del territorio.
Oggi le modalità di coltivazione devono essere di nuovo messe a punto, ed anche i processi di lavorazione della materia prima devono essere riprogettati. Sono necessarie nuove tecnologie. Per questi motivi occorre sostenere la ricostituzione della filiera agro-industriale della canapa.