Il valore democratico del voto elettronico obbligatorio nelle società quotate

In questa rubrica vogliamo proporvi approfondimenti e spunti di riflessione sui temi più attuali inerenti la cittadinanza digitale, da sempre obiettivo di ricerca, studio e approfondimento della Rousseau Open Academy.


Il mag­gior coinvolgimento degli azionisti nel go­verno delle società rappresenta uno dei fattori più rilevanti che possono contribuire a migliorare i risultati delle stesse, non solo quelli finanziari, ma anche quelli ambientali, sociali e di governo in generale. Difatti, coinvolgere tutti i portatori di interesse nel governo so­cietario è una condizione importante per garantire che le società quotate in borsa adottino una visione più a lungo termine.

Il disegno di legge, che ho presentato in Senato, intende infatti favorire il coinvolgimento dei soci nelle attività delle aziende quotate in borsa, rendendo obbligatorio anche l’utilizzo di mezzi elettronici al fine di consentire una o più forme di partecipazione alle assemblee, e specificamente: l’intervento da una località diversa da quella in cui fisicamente si svolge l’assemblea, mediante sistemi di comunicazione in tempo reale; l’esercizio del diritto di voto prima dell’assemblea o durante il suo svolgimento, senza che sia necessario designare un rappresen­tante fisicamente presente alla stessa.

L’articolo 8 della direttiva 2007/36/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 luglio 2007, prevedeva già la modalità elettronica come forma di partecipazione dell’azionista all’as­semblea stabilendo che: “Gli Stati membri consentono alle società di offrire ai loro azionisti qualsiasi forma di partecipazione all’assemblea con mezzi elet­tronici”, disciplina contenuta nel «Re­golamento emittenti», adottato dalla CON­SOB con delibera n. 11971 del 14 maggio 1999 e aggiornato e modificato con successive delibere.

Tale Regolamento lascia però ampio spazio all’autonomia delle società quotate. Il legislatore italiano ha costruito un sistema in cui il presupposto di base è rappresentato dall’autonomia statutaria. Infatti, per l’esercizio del voto con modalità elettroniche, si rende necessario che lo statuto preveda espressamente questa possibilità, che però rappresenta solo una facoltà e non un obbligo. In sostanza il meccanismo del voto elet­tronico ha avuto ad oggi un’applicazione marginale nel nostro Paese. La novità normativa, che intendo introdurre, renderà obbligatorio, per le so­cietà per azioni quotate, di prevedere nello statuto l’utilizzo di mezzi elettronici al fine di consentire una più ampia partecipazione all’assemblea.

Questo disegno di legge rientra nelle politiche dell’innovazione dell’Italia, che vede l’utilizzo del digitale come leva di trasformazione economica e sociale anche al fine di centrare gli obiettivi prefissati con l’Agenda Digitale. Quest’ultima rappresenta un’occasione di cambiamento per perseguire gli obiettivi della crescita, dell’occupazione, della qualità della vita, della rigenerazione democratica nel paese.

In sostanza, l’innovazione digitale, incentrata sui cittadini e le imprese, rappresenterà un importante investimento pubblico che favorirà la riforma strutturale del Paese.


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