Recovery Fund, per il lavoro servono almeno 2 miliardi in più

di seguito l’intervista rilasciata al Corriere della Sera dalla Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Nunzia Catalfo. A cura di Lorenzo Salvia


Ministro Nunzia Catalfo, sbaglio o nei progetti del Recovery plan alla voce lavoro c’è poco o nulla?
«Nel capitolo sull’equità sociale ci sono 2,5 miliardi di euro effettivamente spendibili per le politiche attive. A cui si somma un altro miliardo e mezzo dei fondi React. Ma certo, non basta. Servono almeno altri due miliardi».

E a cosa servirebbero?
«A finanziare un piano per l’occupabilità dei lavoratori, un intervento fondamentale in vista della fine, a marzo, del blocco dei licenziamenti e della cassa integrazione a carico dello Stato».

Cosa intende con piano per l’occupabilità?
«Si tratta di un intervento per superare quel paradosso che gli esperti chiamano mismatch: il fatto che ci siano allo stesso tempo persone che non trovano lavoro e aziende che non trovano lavoratori. E questo perché la loro formazione e le loro competenze non sono quelle che servono alle imprese. Già oggi siamo al ventesimo posto in Europa in questa graduatoria. Senza un piano per l’occupabilità, il Recovery fund rischierebbe di peggiorare la situazione».

Peggiorare? E perché?
«Perché, giustamente, il Recovery punta molto sul digitale e sul green. Ma spingere su questi settori senza investire nel rispettivo capitale umano rafforzerebbe quel paradosso di cui parlavamo: mancanza di lavoro e mancanza di lavoratori».

A quale capitolo di spesa toglierebbe quei due che chiede?
«Non sta a me dirlo. Il governo sta facendo un lavoro di limatura e troveremo la soluzione. Certo, i progetti di riforma sulle politiche attive e il piano straordinario sulle nuove competenze sono perfettamente in linea con gli obiettivi che la commissione europea ha fissato quando ha lanciato il piano di aiuti. Così come ritengo fondamentale la riforma degli ammortizzatori sociali che ha necessità di risorse dedicate».

Sta dicendo che altri progetti non lo sono? Ad esempio l’estensione  del superbonus, su cui il MoVimento 5 Stelle insiste?
«Non dico questo. Il superbonus, anzi, è pienamente compatibile con gli obiettivi, perché migliora la sostenibilità ambientale, sociale ed economica, e crea occupazione».

Senta, i super manager che danno un mano ai ministeri per attuare il Recovery sono davvero spariti dal tavolo come dicono i renziani oppure no?
«Intanto credo sia necessario rafforzare le singole amministrazioni, spesso sotto organico come la mia, che sono ricche di professionalità di alto livello ma hanno anche bisogno di nuove figure».

D’accordo, ma i super manager ci sono oppure no?
«Credo che un coordinamento sia necessario, anche perché tanti progetti coinvolgono più amministrazioni. E poi se ci può essere un sostegno esterno, una struttura di missione snella che ci aiuti a essere più veloci, lasciando autonomia a ogni ministero, perché no?».

Non crede che tutte queste discussioni finiscano per ritardare un’operazione che ci vede già in ritardo?
«Non siamo in ritardo. E credo sia giusto approfondire temi così importanti».

In effetti hanno portato anche alla verifica di maggioranza. Ma alla fine il rimpasto ci sarà oppure no?
«Credo proprio di no. E comunque sono talmente occupata con il lavoro del ministero che non ne so nulla».

Lo smart working ci accompagnerà ancora a lungo. Per gli statali si pensa al ritorno in ufficio per chi non raggiunge gli obiettivi. È pensabile anche nel  privato?
«Nel privato il sistema degli obiettivi è utilizzato già da tempo. Sta poi alle aziende, non al ministero, decidere come declinarlo. Certo, quando questa storia finirà, sarà opportuno fare il punto per vedere cosa può essere migliorato: penso al diritto alla disconnessione, ad esempio, o agli spazi per il coworking».

I navigator protestano. Sono in scadenza e nella manovra non ci sono proroghe: la loro missione è finita?
«Ci saranno altri interventi del governo, a partire dal prossimo decreto ristori già a gennaio. I concorsi per rafforzare i centri per l’impiego, con 11.600 assunzioni in più, sono stati bloccati dalla pandemia. Troveremo le condizioni per dare continuità al lavoro dei navigator».


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