Bentornati Stati Uniti.
Ieri sera ho ricevuto una lunga telefonata da John Kerry, l’inviato speciale del presidente Joe Biden sui cambiamenti climatici. Dopo quattro anni di assenza, sapere che gli Stati Uniti vogliono porsi in prima linea in questa sfida fondamentale, ci riempie di entusiasmo e gioia. Si è sentita molto la loro mancanza.
Sono trascorse poche ore dal loro insediamento e aver immediatamente interloquito con il Regno Unito e con noi, cioè con i Paesi organizzatori della Cop 26 sui cambiamenti climatici, è un messaggio preciso e importante.
Concordano con noi: la battaglia per il contrasto ai cambiamenti climatici non è più rinviabile e gli Stati Uniti potranno aiutarci nel dialogo sia con i paesi più vulnerabili, con i piccoli Stati insulari, con quelli più ricchi e che hanno maggiori responsabilità nell’emissione di gas climalteranti.
In questo il ruolo di John Kerry e degli Stati Uniti sarà fondamentale. John Kerry si è reso disponibile a fare di tutto per rispondere alle aspettative verso il nuovo orientamento dell’amministrazione Biden e per affiancare Italia e Regno Unito nell’accompagnare i Paesi più recalcitranti su posizioni ambiziose e in prima linea in questa battaglia epocale.
Non possiamo pensare di vincere questa sfida da soli. E gli Stati Uniti d’America saranno in prima linea con tutti noi.