L’intervento di Davide Crippa, capogruppo del MoVimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati, dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi.
Grazie Presidente.
Nessuno ha ancora capito le ragioni di questa crisi, nemmeno in questo palazzo. Una cosa soltanto è chiara a tutti: i cittadini sono stati messi di lato per interessi di parte.
Oggi ci viene chiesto di mettere da parte le divisioni spesso strumentali e di schieramento. Ieri, l’ha detto lei presidente, l’unità non è un’opzione è un dovere. Verissimo.
Questo sacrosanto principio, colleghi, doveva essere però un dovere da parecchi mesi, quando era ormai chiaro a tutti che questa pandemia fosse la peggiore situazione di emergenza economica, sociale e sanitaria dal dopoguerra ad oggi, come lei stesso ha ricordato nel suo intervento.
Si è invece scelto di agire diversamente. Di tenere fermi 32 miliardi, destinati ai ristori e agli aiuti per tanti cittadini, per un mese, un mese cruciale, solo per dei “giochi di palazzo”.
Oggi ci troviamo qui in risposta all’appello lanciato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ma la decisione che ci ha portato ad aderire al Governo di cui oggi si vota la fiducia, come è noto a tutti, ha provocato un grande travaglio interno al MoVimento 5 Stelle.
Un travaglio comprensibile e per certi versi giustificato. E non è una questione personale, ma legata alla nostra storia. Saranno il tempo e le scelte di questo governo a placare questo travaglio o a estenderne gli effetti.
E il nostro ruolo sarà centrale. In questo senso, lo ricordo a chi lo dimentica troppo spesso, noi siamo e restiamo la prima forza in questo parlamento. La nostra voce la sentirete tutti, molto forte.
A partire dalla sfida principale che ci troviamo di fronte, quella sul recovery plan. La cui fetta più grande di finanziamenti è arrivata in Italia grazie a Giuseppe Conte, a cui, associandomi a lei Presidente, voglio portare i nostri più sinceri ringraziamenti specie per quest’ultimo anno in cui ha guidato il paese in condizioni difficilissime, e alla maggioranza che lo ha sostenuto lealmente.
Lei presidente ha voluto specificare che verrà fatto salvo l’impianto e le linee di azione del PNRR, parole estremamente importanti che danno atto del gran lavoro fatto in precedenza e smentiscono alcune forze politiche che lo hanno definito un mero meccanismo di distribuzione. È invece l’opportunità unica per rilanciare il Paese, a cominciare dal Sud Italia.
Ma, attenzione, non ci accontenteremo delle parole o delle dichiarazioni di intenti.
Forse per ragioni di tempo, ieri in Senato si è limitato a descrivere il Sud Italia attraverso un vecchio retaggio per noi oggi difficilmente accettabile. Sono ormai decine le inchieste che testimoniano come le criminalità organizzate si siano radicate fortemente in quasi tutte le Regioni del Nord Italia, a cominciare dal mio Piemonte.
Come MoVimento 5 Stelle crediamo fortemente che il Paese si possa rilanciare SOLO partendo dal Sud. Lei sa che il fattore moltiplicatore degli investimenti nel Meridione ha un valore enormemente superiore rispetto ad altri territori. Per noi il Sud Italia è l’avamposto del rilancio del Paese intero.
Il recovery plan è anche il frutto della concezione che il MoVimento 5 Stelle ha sempre avuto dell’Europa, un’Europa dei popoli e non delle banche; un’Europa che sia un’opportunità e non vincoli tutti a quell’austerità che ha creato sofferenze.
Un’Europa che si comincia a intravedere all’orizzonte e che potrà essere costruita anche grazie a noi, dopo che per anni da tanti siamo stati definiti visionari.
Queste per noi sono convinzioni rafforzate, del resto, dai recenti atteggiamenti di altre forze politiche.
C’è chi doveva rompere l’Unione europea e oggi si scopre un grande europeista; chi voleva costruire inceneritori ovunque e oggi si scopre ambientalista.
Presidente noi non abbiamo cambiato idea sui nostri principi, sono tutti ancora lì, incrollabili. Insomma, presidente, come dire… sono tutti un po’ più grillini, per fortuna. E questo si può definire già come un nostro successo.
In questo senso noi abbiamo indicato un cammino.
Non consentiremo che le conquiste del Paese possano essere messe in discussione, e ammetto che siamo confortati dalle sue parole, presidente, nel corso delle consultazioni.
I temi prima di tutto quindi, anche in questo nuovo Governo che si sta formando.
Il reddito di cittadinanza non si tocca. È una misura fondamentale, anche lungimirante, che ha consentito di dare aiuto a 3 milioni di persone facendo da scudo, anche, al rischio di tensioni sociali.
La sanità. Nelle sue linee programmatiche sulla salute abbiamo ritrovato la nostra idea di sanità, quella che per mesi abbiamo richiamato con gran forza dentro e fuori da questa aula, una sanità territoriale diffusa e capillare che si avvicini al paziente fino al punto di poterlo curare, quando possibile, nella propria abitazione anche mediante il ricorso alla telemedicina, che merita di essere sviluppata e applicata celermente.
È un cambio di paradigma imposto dalla pandemia, ben lungi dal concetto di sanità ospedalocentrico che caratterizza vaste aree del nostro Paese. Ovviamente, per noi resta la centralità della sanità pubblica e ci attendiamo in questo senso qualche più esplicita rassicurazione.
Abbiamo apprezzato Presidente il passaggio del suo discorso sulla scuola. Vorrei ricordare a tutti i colleghi che come MoVimento 5 Stelle sono mesi che insistiamo sul fatto che tutte le scuole devono essere riaperte e deve essere garantita la didattica in presenza sia per gli aspetti formativi ma soprattutto per i riflessi sociali
Ma in questi mesi, purtroppo, abbiamo assistito anche ad atteggiamenti miopi e sordi di diverse amministrazioni regionali che sembravano cercare una divergenza a tutti i costi.
Come non parlare poi della giustizia: una giustizia che non è forte con i deboli e accondiscendente coi potenti; che combatte la corruzione come piaga sociale; che aiuta i cittadini di fronte alle grandi corporation; che difende le donne e i bambini. Una giustizia che deve mettere il “turbo” nel rispetto delle garanzie delle persone coinvolte e per i risvolti economici e sociali che ne derivano.
Poco fa lei giustamente ha fatto riferimento ai tempi dei processi. Bene, la informiamo che aia alla Camera che al Senato sono già depositate le nostre riforme del processo civile e del processo penale. Ripartiamo da lì.
Per fare un piccolo accenno sul tema Mes, è evidente a tutti, come sia stata solo una questione strumentale, tant’è che da questione cruciale per il destino dell’Italia adesso – cito testualmente – “non è conveniente” e risulta addirittura dagli stessi che avevano sollevato la questione in maniera ipocrita, come un tema “mai posto”. E poi, diciamolo, il Mes non ha i numeri in questo parlamento per essere approvato. Siamo stati per mesi costretti a parlare del nulla e ad ascoltare speculazioni sulla pelle della gente che soffre.
Dovremo necessariamente affrontare poi il capitolo tasse, che dovranno essere ridotte in maniera progressiva e non certo “piatta” e con una fiscalità di carattere ambientale.
Arriviamo così alla transizione ecologica.
Abbiamo apprezzato enormemente il suo passaggio sulla necessità di prevedere percorsi concreti per quelle attività che dovranno cambiare radicalmente, che dovranno muoversi da uno status quo che da troppi anni caratterizza taluni settori del nostro tessuto produttivo con casse integrazioni che durano da decenni in maniera continuativa.
Tutti i lavoratori dovranno essere tutelati, ma le scelte le dobbiamo fare e non continuare con un accanimento terapeutico di modelli di produzione non competitivi e obsoleti solo perchè non abbiamo il coraggio di imporre un cambiamento.
Servono scelte coraggiose, politiche di riconversione e politiche di domanda di mercato per quei prodotti di settori innovativi e dal minore impatto ambientale. Questo sono politiche fiscali.
Vede presidente questa per noi è la questione fondamentale. Mentre tutti si affrettavano a salire sul carro di questo governo, accettando qualsiasi cosa, il MoVimento 5 Stelle si è presentato con un’idea precisa, un’idea che guarda al presente e al futuro di questo Paese.
Ma attenzione non deve essere una politica green di facciata, serve concretezza reale e oggi con i fondi del recovery abbiamo un’occasione unica per cambiare il nostro paese ed i suoi modelli produttivi. L’ambiente dovrà essere la lente attraverso guardare a tutto: dalle politiche energetiche, a quelle industriali, alla mobilità.
Presidente, non possiamo più aspettare, l’Italia che lei ha tratteggiato con parole chiare asciutte e puntuali richiede un cambio strutturale profondo e coraggioso del Paese.
Presidente noi ci saremo, con tutti nostri principi e la nostra forza. E le daremo la fiducia.
Ma vogliamo essere chiari, non ci saremo a ogni costo, resteremo sempre fedeli ai nostri principi.
Consapevoli che oggi siamo come la nazionale di ciclismo: dobbiamo pedalare tutti come gregari per far arrivare l’Italia al traguardo. Noi, presidente, siamo abituati a pedalare. Si guardi, semmai, da chi, non essendo capace o non avendo voglia di pedalare, si è impegnato solo a sgonfiare le ruote agli altri. Fermando, così, in maniera irresponsabile, il nostro Paese.