di Federica Daga, portavoce del MoVimento 5 Stelle nella Commissione Ambiente della Camera dei Deputati
Ogni goccia d’acqua è una macchina del tempo pronta a portare la vita nel futuro. Il MoVimento 5 Stelle ha sempre lavorato per continuare a rendere possibile questo viaggio.
In questi anni siamo stati l’unico argine al dilagare delle privatizzazioni e delle speculazioni sul diritto umano all’acqua. Ci siamo impegnati per difenderla e tutelarla contro l’inquinamento. Abbiamo promosso misure per ridurre gli sprechi e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Lavoriamo ogni giorno per sbloccare fondi e immaginare una gestione sostenibile che assicuri questo diritto vitale alle generazioni future.
• COSA STIAMO FACENDO
– Fondi per le infrastrutture idriche: abbiamo lavorato per avviare rapidamente il piano nazionale per il settore idrico sbloccando subito 750 milioni di euro e un miliardo in 10 anni, al fine di affrontare le perdite nella rete, ristrutturare gli acquedotti, incentivare misure di risparmio idrico, realizzare grandi infrastrutture di adduzione e invaso delle acque per usi plurimi. L’Italia è il secondo Paese dell’Unione europea per consumo di acqua potabile con 153 metri cubi annui pro capite, due volte di più della media europea: l’efficienza degli usi insieme all’ammodernamento delle reti per evitare le enormi dispersioni attuali sono una priorità.
– Depurazione e procedure di infrazione europea: abbiamo lavorato per dare più poteri al Commissario alle Depurazioni, e ora che esiste una struttura solida lavoreremo per sbloccare le procedure e monitorare la realizzazione e l’affidamento degli impianti regione per regione. È giunto il momento di uscire dalle procedure di infrazione che ci costano 60 milioni di euro ogni anno.
– Ex Eipli: abbiamo bloccato il più grande processo di privatizzazione dell’acqua in Europa. Abbiamo approvato per legge la costituzione di una grande azienda pubblica per progettare e realizzare gli investimenti nelle infrastrutture idriche di tutto il distretto dell’Appennino meridionale a cui appartengono 7 Regioni. Continueremo a monitorare l’avvio di questo processo e a difenderlo con le unghie e con i denti.
– Tutela dei più fragili durante l’emergenza Covid. Abbiamo attivato canali per agire tempestivamente e bloccare ogni distacco di utenza durante l’emergenza sanitaria, assicurando così che nessuno rimanesse senza acqua in un momento in cui l’accesso è essenziale per la tutela della propria salute e di quella di tutti i cittadini.
• COSA VOGLIAMO FARE
La transizione ecologica non può prescindere da importanti investimenti sulle infrastrutture idriche e su una gestione in grado di guardare alla garanzia di questo diritto anche per le prossime generazioni. Salvare l’acqua significa salvare anche il suolo: il 21% del Paese è a rischio desertificazione e in alcuni aree, sono già oggi a rischio l’agricoltura e altre attività economiche, con disagi a famiglie e turismo. Il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza che a fine aprile andrà consegnato alla Commissione europea lo strumento per agire e difendere la risorsa in un’ottica sostenibile e circolare.
– Potenziamo i fondi. Servono fondi per le reti di distribuzione, per le depurazioni, per il Piano idrico nazionale. I 5 miliardi per ora previsti sull’idrico sono solo la base di partenza, sono molte le voci che chiedono un aumento della cifra: oltre a quanto previsto dai piani industriali delle aziende e dai Piani di ambito, sarebbero necessari altri 10 miliardi di investimenti su tutto il territorio nazionale e in prevalenza nel Sud e Centro Italia. Lo Stato deve investire in modo massiccio e regolare; servono poi circa 5 miliardi l’anno di investimenti su tutto il comparto idrico. Anche il Fondo di garanzia per potenziare le infrastrutture idriche deve essere nutrito, lo scopo è aiutare i gestori, soprattutto i più piccoli che vedono diminuire l’entrata legata al pagamento delle bollette. Dobbiamo intervenire in modo definitivo sulle perdite: il 47,6% dell’acqua prelevata viene dispersa e il 42% delle perdite avvengono nella rete di distribuzione contro una media europea del 23%.
– Rafforziamo la governance pubblica, con un maggiore coordinamento tra i soggetti coinvolti in modo da ridurre la frammentazione. Dobbiamo guardare alla risorsa con uno sguardo circolare, non esiste il comparto dell’agricoltura, quello dell’allevamento, l’industria o la rete potabile. L’acqua è una e tanti sono gli usi che se ne fanno. Sono queste le premesse per attuare il risparmio idrico e riutilizzare sempre più le acque reflue. I soggetti che si occupano di acqua sono tanti, troppi, devono parlarsi e agire all’unisono.
– Snelliamo le procedure per selezionare e portare avanti i progetti: tanti soggetti lo chiedono. Semplifichiamo e velocizziamo l’iter e la selezione dei progetti, in primis quelli in stato avanzato e aggiornato.
– Investiamo in ricerca e innovazione. Quotidianamente il mondo delle aziende o quello accademico fanno passi avanti su tecnologie per il risparmio idrico, l’irrigazione intelligente, il controllo della qualità delle acque e molto altro. Ascoltiamo e accogliamo queste idee.
– Le acque minerali sono un business troppo impattante. Dobbiamo rivedere il sistema delle concessioni e ridurre a minimo l’impatto ambientale legato alla plastica e ai viaggi di milioni di bottiglie. Basta con lo strapotere di chi sfrutta l’acqua di fonte senza controlli e senza corrispondere il giusto allo Stato e in particolare alle Regioni. La qualità dell’acqua dei rubinetti italiani è molto alta, siamo al 7° posto in Europa, ma ciò nonostante il 29% delle famiglie italiane non si fida a berla: il primo passo per cambiare rotta è restituire fiducia ai cittadini nella qualità dell’acqua del sindaco.
L’Italia è al 18esimo posto in Europa nell’indice di sintesi «Valore acqua verso lo sviluppo sostenibile» che evidenzia il contributo della risorsa acqua al raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile e ai relativi 169 target definiti dell’Agenda 2030 dalle Nazioni Unite. Risalire in questa classifica significa preservare la risorsa più preziosa nel lungo periodo. Acqua 2050 – a cui dedichiamo un incontro in streaming il 31 marzo alle 10.30 – è il nostro orizzonte per tutelare la risorsa, assicurarla alle generazioni future e proteggerla dalla speculazione.