Purtroppo non ho mai conosciuto Gianroberto di persona. L’ho però conosciuto attraverso la sua energia.
Un’energia che ho captato leggendo i suoi libri, ascoltando le sue interviste e, dal 2017 in poi, frequentando a lungo e da vicino le persone che più gli erano state accanto. Si potrebbe quindi dire che, immaginando di paragonare Gianroberto a una stella, io abbia conosciuto quella stella attraverso la sua luce riflessa.
Una luce riflessa che mi ha comunque consentito di sincronizzarmi con la sua visione del Presente e del Futuro, caratterizzata da un impegno civico assoluto per la difesa del nostro ecosistema e, soprattutto, nell’affermazione del ruolo degli esseri umani più virtuosi. Nei libri di questo sensazionale umanista postmoderno, ho ritrovato quella stessa inquietudine visionaria che – ancora prima di conoscerlo – riversavo nei miei canali divulgativi (blog, libri, ecc…).
In questo passaggio che ho scelto, ad esempio, vi sono alcune (inderogabili) considerazioni che hanno ispirato molte mie scelte di vita e che tuttora testimonio quotidianamente:
“La società in cui viviamo si basa sul consumo, non sullo sviluppo, ma i due concetti vengono, ad arte, strettamente associati. “Non c’è sviluppo senza consumo” è il messaggio che riceviamo. Se non consumiamo l’economia può fermarsi.
[…] Il valore assoluto è il tempo e, allora, perché investirlo in consumi non necessari? Perché lavorare un mese intero per comprare un capo firmato, o una settimana per acquistare uno smartphone?
[…] Internet è un naturale motore del downshifting. Le variabili base del downshifter, conoscenza e tempo, sono implicite nella Rete.
[…] Il risparmio di tempo è dovuto alla possibilità di lavorare in modo decentrato sul territorio, anche da casa, con una diminuzione del costo della vita.
[…] Internet è l’alleato naturale dei downshifter per cambiare una società basata sulla mobilità e sulla proprietà in una costruita sulla diffusione della conoscenza e sui servizi. Più naturale, non consumistica. Il downshifter oggi può essere visto come un sovversivo dai grossi gruppi industriali, da molti partiti politici, dai media condizionati dalla pubblicità.”
Gianroberto Casaleggio (“Veni, vidi, web”, 2015)