Gianroberto Casaleggio: Web ergo sum

Con questa rubrica ogni settimana vogliamo regalarvi un estratto degli scritti di Gianroberto Casaleggio. Per ricordare parte di quel pensiero, di quelle idee che lo hanno portato a fondare il MoVimento 5 Stelle e il Progetto Rousseau.

Di seguito “Web ergo sum” tratto dal suo libro “Web ergo sum” pubblicato nel 2004.


René Descartes (1596-1650), in italiano Cartesio, è considerato il padre della filosofia e della matematica moderne. Per Cartesio il pensiero è il fondamento della certezza di esistere, l’unica cosa di cui non si può dubitare, pena la non esistenza. Io posso quindi affermare di esistere in quanto penso, “cogito ergo sum”. Una valutazione che consente di stabilire la propria esistenza, ma non quella delle altre persone. 

I sogni umani di onniscienza ed onnipresenza sembrano avverarsi con la Rete. Se si accede a tutta la conoscenza, si entra in contatto con qualunque persona e si trasmette la propria immagine ovunque, il confine che divide l’uomo dalla sua rappresentazione degli dei si fa sempre più sottile. Ma chi non sarà wired, connesso, non potrà porsi in relazione con la realtà.  Non sarà parte di essa. Vivrà confinato nella sua individualità. La Rete è quindi il nuovo paradigma dell’esistenza umana: “Web ergo sum. I meccanismi di causa-effetto che mutano il contesto in cui viviamo sono legati sempre più al cervello invisibile composto dalle interazioni di Rete: tra persona e persona, tra gruppi, tra aziende. La Rete è il sistema nervoso dell’umanità, con cui si può condividere la conoscenza nelle sue varie forme. Uno strumento di comunicazione, di relazione, di accelerazione, di evoluzione. La Rete è libertà di pensiero e di espressione. Questa è la sua forza principale. Non può essere ingabbiata da leggi, decreti e falsi moralismi. Gli effetti della Rete si stanno già manifestando con l’ovvia reazione del sistema costituito, dove governi, corporation e media rappresentano i vertici di un ideale Triangolo delle Bermude in cui il nostro futuro può scomparire. La Rete sta spossessando i governi della rappresentanza, le corporation della proprietà intellettuale, i media della gestione dell’informazione e quindi, nell’ordine, del potere, del denaro e della disinformazione. I siti di democrazia diretta, il P2P e il webcasting sono gli strumenti che la Rete ci mette a disposizione per cambiare il sistema. 

MoveOn, www.moveon.com, e Meetup, www.meetup.com, sono due esempi di democrazia diretta, alternativi al concetto di delega senza partecipazione e controllo da parte del cittadino. 

MoveOn non dipende da alcun partito e risponde del suo operato solo agli associati. E’ un sito a disposizione dei cittadini per indirizzare richieste ai rappresentanti di organizzazioni politiche ed industriali. Riesce a raccogliere milioni di dollari per finanziare una campagna politica, mobilita in poche ore migliaia di persone per una manifestazione e può inviare in breve tempo centinaia di migliaia di petizioni al Congresso degli Stati Uniti. 

Meetup invece consente a chi ha un interesse comune, come la salvaguardia del verde pubblico o l’abrogazione di un decreto legge iniquo, di incontrarsi nella propria città, discutere e decidere le azioni da intraprendere. Meetup ha un milione e mezzo di membri, si sta diffondendo in tutto il mondo, anche in Italia, ed ha influenzato le primarie democratiche americane vinte da John Kerry. La Rete permette lo sviluppo di movimenti, sia a livello locale che mondiale. Per questo si può prevedere che le ONG, organizzazioni non governative, diventeranno importanti come e più dei governi e che Baschi, Curdi, Catalani, Irlandesi e chiunque esprima una propria cultura alternativa al nazionalismo, avranno un alleato nella Rete. 

Kazaa, www.kazaa.com, Gnutella, www .gnutella.com e Freenet, www.freenetproject.org, sono alcuni tra gli alfieri del P2P che stanno mettendo in crisi il concetto di proprietà intellettuale e gli interessi delle corporation. Il P2P e una classe di applicazioni che consente l’accesso alle risorse presenti su Internet dal proprio pc senza dover dipendere da altri computer o server, permettendo il libero scambio di contenuti tra persone collegate in Rete. Le leggi restrittive sui copyright sono focalizzate attualmente sui film e sulla musica scambiati in modalità P2P. Un atteggiamento fuorviante, limitato e pericoloso. In Italia, un clandestino extracomunitario condannato per atti contro la proprietà puo continuare a circolare e commettere un omicidio (è successo a Milano). Un cittadino italiano che scarica file dalla Rete puo essere invece condannato a quattro anni di reclusione. Nulla accade a caso, neppure un decreto legge, e la situazione surreale descritta è spiegabile solo con l’entità degli interessi economici in gioco. 

Gli strumenti coercitivi contro la Rete che vengono via via inventati dai governi stanno prendendo una preoccupante deriva antidemocratica. Per lan Clarke, fondatore di Freenet, “l’unico modo per assicurare la sopravvivenza della democrazia e avere la garanzia che il governo non controlla la possibilità dei cittadini di condividere informazioni e di comunicare”. 

La libertà individuale è più importante della musica pop e degli interessi dei produttori cinematografici. 

Il P2P si difende, evolve, è arrivato alIa quarta generazione con livelli molto sofisticati di sicurezza e di privacy e può rendere impossibile la lettura da parte di terzi del contenuto di un file e l’identificazione di chi lo ha scaricato. 

I media sono spesso strumenti di intermediazione dell’informazione a scopo di lucro e di controllo. La possibilità di trasmettere in modo diretto via Rete, in modalità webcasting, ne ridimensiona il ruolo e li può rendere superflui. Alla domanda: “L’informazione la vuole diretta o preferisce che me ne occupi io? La pulisco, le tolgo le interiora, le aggiungo un po’ di commenti, le metto un bel titolo che ne indirizzi il significato e poi gliela incarto con della pubblicità?” cosa si dovrebbe rispondere? Faccia lei? Mi fido? Ma di chi dobbiamo fidarci? Chi puo arrogarsi il diritto di decidere al nostro posto ciò che è giusto leggere, ascoltare o vedere? 

L’artista americano Andy Warhol affermò che chiunque sarebbe potuto diventare famoso per quindici minuti. La Rete va oltre, dà ad ognuno la possibilità di creare una propria stazione web, del tutto analoga ad una stazione televisiva, per trasmettere ciò che vuole. In futuro tutti potranno essere famosi, anche per più di quindici minuti. La differenza, rispetto ad ora, è che non ci sarà intermediazione e controllo da parte dei media attuali. O forse no? Mike Goodwin di Electronic Frontier Foundation, www.eff.org, ha scritto: “Mi preoccupo della mia bambina e di Internet, anche se lei è così piccola che non si è ancora collegataMi preoccupo che, tra dieci o quindici anni, lei venga da me e mi dica: ‘Papà, tu dov’eri quando hanno tolto la libertà di informazione da Internet?