di seguito l’articolo di Riccardo Luna su La Stampa
L’8 settembre del 2013 in Italia la cosa più importante per molti fu l’intervento di Gianroberto Casaleggio al forum di Cernobbio. Me lo ricordo bene, ero lì anche io, a Cernobbio. E c’erano al solito quasi tutti quelli che contano in questo paese. Era giusto che ci fosse anche Casaleggio.
Ancora una volta Valerio De Molli, gran cerimoniere dell’evento, aveva visto giusto. I 5stelle non erano ancora al governo ma erano già un forza esplosiva della scena politica. Partiti dal blog di Grillo avevano costruito una posizione politica inedita puntando tutto sul digitale, come strumento di aggregazione, di comunicazione e anche come frontiera verso cui portare un paese tradizionalmente analogico. Ma la loro ascesa era un problema per la classe dirigente che ogni primo weekend di settembre si incontra in questa località sul lago di Como: i vecchi partiti erano quelli di cui volevano sbarazzarsi.
Dietro la costruzione di questo movimento c’era Gianroberto Casaleggio, sicuramente un visionario. Poteva non piacere (a moltissimi non piaceva), si possono persino detestare i grillini, ma se uno legge i libri che Gianroberto Casaleggio scriveva quindici o venti anni fa si rende conto di quanto fosse avanti la sua comprensione dei cambiamenti che il digitale avrebbe portato alla società e alla politica. Insomma, l’intervento di Casaleggio a Cernobbio fu un piccolo evento.
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