Un milione di voti all’ora per decidere se riabilitare Trump su Twitter. La democrazia diretta planetaria è arrivata tra di noi.
Nella saga dell’acquisizione di Twitter di Musk tra licenziamenti di metà dei dipendenti e il loro rientro dallo smart working per rientrare del dissanguamento di $4 milioni di dollari al giorno della precedente gestione, oggi siamo arrivati a una nuova puntata: la decisione se riammettere o meno Trump al social media.
Ho già chiarito che il diritto di parola online, come tutti i diritti di cittadinanza digitale, debba essere gestito dagli Stati e dall’ordine democratico e non da società private. Il vero problema della cittadinanza digitale è che non ha confini e regolarla da parte di un singolo Stato sarebbe inefficace ed è quindi necessario un coinvolgimento dell’ONU.
Musk ha decidere di tagliare il nodo con una votazione globale per chiedere se riabilitare l’account di Trump che era stato disabilitato in seguito alle sue azioni e dichiarazioni nel post voto scorso (anche se non ancora sanzionato da nessuna corte).
Persone da tutto il mondo hanno subito risposto all’appello e circa un milione ogni ora ha votato per una decisione che si è vista molto divisiva, che ha visto vincere con un leggero vantaggio la riammissione per Trump.
Seguendo i commenti di Musk nel thread si vede qualcosa che potrebbe succedere a breve: votazioni globali su temi di grande interesse, divisi per Stato. Forse un seme per una nuova democrazia diretta planetaria?
L’unico tema da risolvere per Musk sarà l’identificazione certa delle persone in modo che non possano detenere più di un account, ma anche questo in realtà potrebbe essere qualcosa di facilmente risolvibile.
Come sempre se non saranno le comunità a pensare a tutelare i nuovi diritti e doveri che la tecnologia ci porta, ci penseranno i privati.