Dall’arrivo di ChatGPT e simili i compiti a casa degli studenti sono diventati potenzialmente molto più rapidi. Ma in una sorta di gioco di guardie e ladri, i professori, dall’altra parte, oggi hanno a disposizione degli strumenti di antiplagio AI per distinguere i testi scritti dagli studenti da quelli ottenuti dall’Intelligenza Artificiale.
Li ho voluti testare. Dopo aver chiesto a ChatGPT di scrivere un testo su Napoleone l’ho sottoposto a diversi sistemi di antiplagio AI. Ma solo due (sito 1, sito 2) su sette (sito 3, sito 4, sito 5) sistemi hanno identificato che dietro alla scrittura del testo poteva esserci un’intelligenza artificiale (immagino che per altri testi la situazione potrebbe anche ribaltarsi).
Un sistema (sito 6) si è proposto di aiutarmi a evitare che il testo fosse identificabile da sistemi antiplagio AI. Un ulteriore sistema utilizzato ha verificato anche se il testo fosse simile a qualcosa già pubblicato online o in un database della scuola (sito 7).
La conclusione alla quale sono arrivato è che sarà impossibile utilizzare questi sistemi con efficacia. Per due motivi principali:
- l’affidabilità di questi meccanismi non è sufficiente e, con la proliferazione di sistemi di generazione di testi differenti e sempre migliori, potranno essere programmati per evitare di essere riconosciuti dai sistemi antiplagio.
- non esiste una vera e propria prova del plagio come poteva essere una pagina di Wikipedia con lo stesso identico testo. La stessa risposta positiva dei sistemi è: “E’ probabile che questo testo sia stato generato dall’AI”, una dichiarazione facilmente confutabile semplicemente utilizzando un altro sistema che dia una risposta diversa.
Anche lo stesso Sam Altman, il ceo di Openai, ha dichiarato che sarà impossibile creare un sistema di antiplagio AI affidabile.
Le censure di ChatGPT dai computer delle biblioteche delle scuole pubbliche di New York e di Seattle serviranno anch’esse a poco, se non a creare differenze tra ricchi e poveri senza accessi alternativi.
La soluzione credo dovrà essere all’opposto: quella di abbracciare questa rivoluzione tecnologica ed integrarla nei metodi formativi. Ad esempio il metodo della Flipped Classroom (classe rovesciata) si basa sul fatto di utilizzare il tempo a casa per seguire le lezioni frontali preregistrate e con contenuti a supporto che possono esplorati con la propria velocità e il tempo in classe per svolgere esercitazioni e laboratori sulla base dei contenuti appresi. Il sito più ricco e strutturato per le materie scientifiche in questo senso è khanacademy.org
Forse più che giocare al gatto e al topo con i propri studenti o con le nuove tecnologie è arrivato il momento di ripensare il metodo formativo.
P.S. Rimanendo in tema scuola e digitale, per chi fosse interessato abbiamo sviluppato un sistema per il voto digitale dei rappresentanti di istituto, un altro passo da fare per la digitalizzazione delle scuole.