La Proof of Personhood, un passaporto di umanità. Questa è la vera scommessa di Altman con il progetto Worldcoin lanciata solo qualche settimana fa.
La creazione di un passaporto univoco basato sul fatto della nostra esistenza, sul fatto che siamo umani unici, senza altre informazioni collegate, senza nomi o indirizzi.
Stiamo entrando in un mondo in cui la maggior parte delle transazioni avverrà a distanza e in modo automatizzato e i sistemi come il Captcha ormai sono qualcosa che risolvono meglio le macchine che le persone.
Ma come potremmo far votare, ad esempio, per testa e non per capitale in sistemi come le DAO, come potremmo scremare la partecipazione di umani rispetto a bot e simulazioni varie, e come soprattutto potremo erogare un giorno un reddito universale (magari proveniente dalla redditività di applicazioni iper produttive come l’AI) a tutte le persone una e una sola volta.
Questo è stato il punto di partenza di Altman per il tramite della fondazione Tools for Humanity ed il motivo per il quale sta regalando 40 dollari in valuta Worldcoin ad ogni persona che si registra ed ha messo in conto i corrispondenti di 14 miliardi di euro in erogazione di questa moneta. Il senso tuttavia di questo airdrop (regalo i soldi per far adottare la moneta) non è tanto nel lanciare una ennesima moneta che dubito sarà mai speculativa , ma proprio fornire una primitiva nuova da poter utilizzare negli smart contract on line: l’umanità.
Esistono già dei sistemi che hanno questo come obiettivo come Proof of Humanity, BrightID e Circles, ma tutte hanno dei problemi di privacy aggiuntivi come quella di storare un completo video della persona o i suoi legami sociali e soprattutto nessuno di questi ha superato le 100 mila identità, mentre nel primo mese Worldcoin ha erogato già 2 milioni di identità.
L’identità digitale biometrica si è già dimostrata molto utile a Stati con popolazioni enormi come l’India che con il suo progetto Aadhaar è riuscita a risparmiare sulle frodi dovute ai sostegni in denaro dati ai cittadini.
Come sempre gli enti regolatori sono guardinghi e in Stati come il Kenya il governo ha deciso di stoppare l’iniziativa dopo un assalto in massa a registrarsi, in Italia non ci sono ancora Orb (il sistema di lettura dell’iride, per ora 1500 presenti nel mondo) forse per scelta di Altman che vede più accoglienti Paesi come Francia, Spagna e Germania per iniziare.
Come sempre anche la tecnologia è perfettibile, ma la direzione sembra giusta.