I curricula sono un nuovo fronte dell’AI. Negli Stati Uniti circa la metà delle aziende sta già oggi utilizzando qualche tipo di AI nel processo di selezione.
Le ragioni sono chiare e testate: 23h risparmiate per selezione, 75% dei costi di selezione risparmiati, 35% di diminuzione tra coloro che abbandonano successivamente la società, 4% di aumento di fatturato generato per dipendente assunto.
D’altra parte si stima che il costo di un’assunzione sbagliata si stima attorno al doppio del suo salario annuo.
Probabilmente la gestione AI della selezione è anche un esempio di quello che sta succedendo: l’AI servirà certamente alle aziende con impatti economici molto importanti, ma potrà essere a supporto anche degli individui. E alla fine le relazioni professionali stesse potranno essere gestite dai due agenti che si interfacceranno tra di loro per raggiungere il miglior accordo, come fossero i nostri dipendenti, avvocati o procuratori.
Per la ricerca del personale le aziende si stanno affidando a numerosi tool di Intelligenza Artificiale (es. Endorsed, Affinda) per analizzare i cv che arrivano all’azienda per poter delegare la scelta delle persone da colloquiare, oltre che ad altri sistemi AI che permettono di testare e colloquiare le persone scelte (es. Test Gorilla).
Dall’altra parte gli stessi strumenti hanno anche la funzionalità di aiutarci a migliorare la scrittura del nostro CV (es. Resume Checker, Automix).
Ma come in ogni nuova metodologia ci sono anche persone che hanno capito come aggirare la selezione e farsi raccomandare per il posto direttamente dall’AI.
Per hackerare il sistema è spesso sufficiente scrivere gli ordini da dare all’AI che leggerà il nostro CV all’inizio della pagina in bianco dicendo all’AI che valuterà il nostro cv di non leggere oltre e dare subito una risposta positiva al candidato.
Come chi ha testato anche in altri contesti l’AI su ChatGPT spesso la tecnica funziona.
Ma prima o poi qualcuno in azienda (forse) se ne accorgerà.