Negli ultimi anni, anche sulla spinta delle politiche perseguite dall’Unione europea, l’esigenza di trasformare nel senso della sostenibilità il funzionamento delle imprese, finanziarie e non finanziarie, è stata recepita attraverso il varo di nuove normative volte ad accelerare il cammino verso un sistema economico più giusto e più rispettoso dell’ambiente.
Secondo i dati Istat più recenti, in Italia circa il 60% delle imprese ha avviato un percorso di integrazione della sostenibilità nel proprio modello di business, ma con differenze rilevanti di carattere dimensionale e settoriale. Le grandi imprese sono mediamente le più attive in tutte le pratiche di sostenibilità (81,5%), mentre soltanto il 36,1% delle piccole imprese si è mosso in questa direzione.
Come segnalato anche dalle associazioni imprenditoriali, il settore privato è chiamato a svolgere un ruolo decisivo per compiere il salto verso la sostenibilità, anche per motivi legati alla competitività e alla redditività.
I dati disponibili mostrano come chi ha già investito nella transizione digitale ed ecologica ha ottenuto notevoli ritorni economici, dimostrando che l’impegno per la sostenibilità comporta dei costi, ma anche notevoli vantaggi e opportunità. Peraltro, a partire dal 2024 le aziende europee dovranno porre molta più attenzione nel rendicontare le proprie performance non finanziarie.
La nuova Corporate sustainability reporting directive (Csrd), infatti, rappresenta una decisa innovazione nel modo di impostare i rapporti di sostenibilità delle imprese, amplia la platea dei soggetti obbligati alla rendicontazione (da circa 11 mila a circa 50 mila, di cui 6 mila in Italia) e prevede una certificazione da parte di organismi indipendenti. Parallelamente, il nuovo Regolamento delegato sulla tassonomia, entrato in vigore da quest’anno, determina importanti effetti sul mondo della finanza, così come la Direttiva Due diligence per le aziende, ancora in discussione.
Per sottolineare la centralità della sostenibilità nella trasformazione del sistema socioeconomico nel nostro Paese, il Festival dello sviluppo sostenibile 2024 vedrà la sua prima tappa ad Ivrea, un luogo simbolo per il capitalismo italiano grazie alla lunga storia dell’Olivetti, un’impresa impostata secondo criteri pioneristici, attenta al ruolo del welfare aziendale e del benessere delle comunità locali.
Nel corso dell’evento saranno analizzati sia i potenziali ostacoli che impediscono ancora una piena integrazione della sostenibilità nelle politiche industriali e nelle scelte delle imprese, sia le buone pratiche e le soluzioni concrete già presenti nell’economia italiana che consentono alle imprese nuove forme di creazione di valore economico, ma anche ambientale e sociale.
Uno spazio rilevante sarà dedicato anche al coinvolgimento dei giovani. Gli studenti del Liceo scientifico “A. Gramsci” di Ivrea si confronteranno in un appassionante Debate (dibattito regolamentato) sul tema: la sostenibilità d’impresa conviene? Partendo da questo dibattito verrà attivato un confronto con la platea di partecipanti.
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