L’Italia si è sempre distinta per un’alta partecipazione popolare alle elezioni con record del 93% negli anni ‘70. Qualcosa è cambiato negli ultimi anni. Ad ogni tornata elettorale registriamo il record storico di astensionismo. Il motivo è sicuramente legato al fatto che i cittadini si sentono distanti dalle logiche della poltrona tipiche dei partiti. Esistono tuttavia dei Paesi dove questo trend è invertito e sempre più cittadini partecipano al voto. In Estonia sono passati dal 58% al 64% dal 2000 ad oggi. La ragione principale sembra essere attribuibile al fatto che è più semplice votare. Oltre metà della popolazione vota da casa a tutte le elezioni, e ad essere i principali utilizzatori sono donne e anziani.
Venire incontro alle esigenze dei cittadini è un passo che la politica dovrebbe fare anche in ambito tecnologico. Si potrebbe partire dove i problemi del cartaceo sono evidenti. Il voto degli italiani all’estero registrano sempre decine di migliaia di voti illegittimi, il digitale sarebbe più sicuro. In Australia chi vive distante da un seggio o ha disabilità può votare online. I ragazzi che studiano fuori sede vorrebbero votare, ma se vengono costretti da una lunga procedura burocratica ad andare a votare comunque in un’altra città, non lo fanno (23 mila su mezzo milione).
Il voto digitale è già oggi una soluzione collaudata come migliore in contesti come questi.
Se interessa veramente coinvolgere più i cittadini si può iniziare dal facilitare l’accesso al voto.
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