Dopo “soli 4 anni” la corte ha sancito in appello che mio padre è stato diffamato da morto.
In particolare che la storia inventata di sana pianta per ledere la sua onorabilità attribuendogli fantomatici soldi ricevuti in una valigetta dal Venezuela era non solo falsa, ma costruita su un documento contraffatto e con tecniche giornalistiche spregevoli.
Nella motivazione la corte racconta in dettaglio uno scorcio di questo giornalismo diffamatorio dei morti: “Il giornalista non ha indicato un nome che gli abbia confermato la circostanza della consegna del denaro, solo vaghe fonti anonime e un documento che si è poi dimostrato falso.”
Spero che le testate che hanno pubblicato i 185 articoli ancora reperibili on line che hanno rilanciato questa notizia in Italia abbiano il buon cuore di rettificarli se ancora avevano dubbi sulla questione.
Ho portato avanti per 4 anni questa causa fino in fondo in tribunale come promesso dal primo giorno perché non voglio che neanche una macchia di fango rimanga su una persona che non può più difendersi.
Mi è spiaciuto che il movimento da lui creato abbia deciso di non farlo.