In Italia 1,68 milioni di posti di lavoro sostituibili con l’AI. Allo stesso tempo il PIL aumenterà fino all’8% annuo grazie all’AI. Lo afferma una nuova ricerca sull’impatto dell’Intelligenza Artificiale sull’economia italiana commissionato da Google.
La maggior parte dei lavori (58%) vedrà l’AI come una accelerazione della propria attività e circa un terzo dei lavoratori (35%) non vedrà alcun impatto. Il 7% di lavoratori sostituito dall’AI come gli amministrativi, gli operatori di call center e i traduttori invece dovranno reinventarsi con una perdita prevista tra le 90 e 170 mila posizioni l’anno. Per mettere in contesto questa cifra è pari a circa un decimo della rotazione annuale delle posizioni lavorative. I settori più impattati saranno le attività finanziarie e assicurative (15% dei lavoratori), l’informazione e comunicazione (10%), arti e intrattenimento (10%), trasporto e stoccaggio (10%), attività scientifiche e professionali in genere (10%).
Tra le varie ricerche è una delle più conservative che ho reperito, ma ho trovato interessante il fatto che entra nel merito dell’economia italiana nello specifico.
Credo che sia tempo di considerare questa trasformazione al mondo del lavoro come concreta e urgente prima di dover imputare alla tecnologia.
Chi investirà per primo beneficerà delle grandi opportunità e sentirà meno i problemi di questa rivoluzione economica perché sarà in grado di finanziare formazione continua per le persone che dovranno ricollocarsi e avrà spazio di crescita grazie all’export di tecnologia e servizi.