Si parla molto di legalità in questi giorni a Bologna.
E’ un tema sul quale la città cerca di chiarirsi le idee.
Cos’è alla fine la legalità se non un insieme di regole da rispettare che ci si dà per stare insieme?
E se si dice che bisogna combattere l’illegalità come si fa a non essere d’accordo?
Ma i problemi arrivano quando ci si domanda da dove cominciare.
Siamo sicuri che tutte le situazioni illegali debbano essere poste sullo stesso piano e meritino identico trattamento?
Si può delinquere per miseria o per collusioni mafiose, i motivi del reato non possono essere messi da parte.
Non si può partire, sperando di vincere la battaglia per la legalità, con una crociata contro i lavavetri e le occupazioni abusive.
Consigli a Cofferati?
Se questa prova di forza di legalità:
fosse preceduta da una applicazione della giustizia anche a chi a questa si sottrae con leggi ad hoc e ex-Cirielli,
fosse preceduta da un pari furore nei confronti dei condannati in via definitiva che siedono in Parlamento,
fosse preceduta dalla condanna totale e definitiva della privatizzazione dell’acqua,
fosse preceduta dalla rimozione immediata di Fazio e dalla riforma di questa finanza di predoni.
Ecco, allora la capirei, così no.
Lei potrebbe rispondermi che fa il sindaco e che non può occuparsi di tutto.
Vero.
Ma questo ai cittadini italiani non interessa, lei rappresenta l’opposizione più di Fassino, di D’Alema, di Prodi e del Circo Barnum che gira intorno all’Unione.
L‘Italia oggi puzza dalla testa, è lì che va applicata la legalità prima che ai lavavetri.
Il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, ha risposto al post, lo ringrazio e riporto le sue considerazioni.
“Caro Grillo,
ho letto la sua lettera. Vorrei tranquillizzarla sulle mie intenzioni. Sono un sindaco e svolgo le mansioni che le leggi e la Costituzione mi assegnano (esattamente come lei stesso ha previsto che le potessi rispondere). Dunque contrasto la illegalità che si è creata nel mio territorio, e lo faccio nell’interesse delle cittadine e dei cittadini che mi hanno eletto.
Per questo è necessario, per me sindaco, arrivare a colpire il racket dei lavavetri che sfrutta anche dei minori, come è necessario debellare il caporalato degli immigrati clandestini, o le azioni criminose promosse a Bologna da persone senza diritto di soggiorno, allo stesso modo con il quale vanno colpite quelle di italianissimi criminali. Ancora, non è giusto accettare passivamente che abituali occupatori di case tolgano il diritto ad un tetto a povere famiglie che aspettano di aver assegnati quegli alloggi. Gli altri esempi che lei mi fa riguardano gravi e importanti temi nazionali per i quali non ho responsabilità dirette. Ma da cittadino non ho mai mancato di battermi a difesa della Costituzione e dei suoi principi fondamentali (dalla giustizia, alla scuola, all’informazione, ai diritti). E a proposito del Governatore, la mia opinione l’ho espressa da qualche anno, da quando ancora segretario della CGIL smisi di partecipare, per coerenza con il mio giudizio, all’assemblea annuale di Banca d’Italia. Ma forse lei non se ne è accorto, e me ne dispiace.”
Sergio Cofferati.