Intervista a Frediano Manzi
(12:00)
Frediano Manzi, ex presidente di “Sos racket e usura” va protetto con una scorta, almeno come Fede e Belpietro. E’ una voce contro le mafie nel deserto delle Istituzioni nel Nord Italia. La ‘ndrangheta che comanda a Milano non è più una novità, è un dato di fatto. L’omertà lombarda sta facendo concorrenza a quella leggendaria della Sicilia descritta nei suoi racconti da Leonardo Sciascia. La Milano fantastica che “ti dà una mano” è stata sostituita da una Milano becera e biscazziera che investe nel cemento e nelle case da gioco. L’ultima trovata per impoverire le famiglie e i pensionati è il casinò di piazza Diaz della Sisal con 100 slot machine e altri giochi d’azzardo, dette in volgare macchine mangiasoldi. Il palazzo, in pieno centro della capitale morale, si chiama Wincity. Fuori gli strozzini e gli usurai fanno già la fila.
Frediano Manzi su Facebook
Intervista a Frediano Manzi, ex-presidente associazione Sos racket e usura
Sos racket e usura a Milano ( espandi | comprimi)
“Sono Frediano Manzi, ex presidente di un’Associazione chiamata “Sos racket e usura“, fatta morire da chi governa la Città di Milano perché hanno avuto la paura di affrontare dei temi importanti e veri che noi abbiamo sollevato su questa città, ossia la presenza massiccia a Milano e l’hinterland della criminalità organizzata,questo è il nostro ufficio come potete vedere, il cuore operativo della nostra associazione, abbiamo chiesto invano da un anno una sede per evitare che su ogni denuncia venga posto l’indirizzo della mia abitazione, che ci espone a dei rischi importantissimi, da due settimane le scuole dei miei figli sono presidiate dalle forze dell’ ordine perché sono arrivate minacce dirette alla mia famiglia, quindi l’insensibilità di questa città è stata dimostrata dai fatti che noi però abbiamo compiuto, abbiamo prodotto negli ultimi anni oltre 500 denunce con decine di procedimenti penali aperti forse una delle più importanti è stata l’aver dimostrato che a Milano esistono organizzazioni criminali che si occupano di gestire il racket degli alloggi, si sostituiscono allo Stato e determinano e assegnano dietro compenso di danaro gli alloggi popolari, ci sono stati degli arresti, ce ne saranno altri, che hanno messo a fuoco proprio questa realtà, dove ha dato fastidio a questa amministrazione che si sta dando di Milano un’altra realtà, una Milano che doveva essere nascosta, che era quella delle periferie, abbiamo dei quartieri dove la nostra associazione non può entrare o entra esclusivamente accompagnata dalle forze dell’ordine perché veniamo costantemente minacciati e insultati, dove per primi abbiamo sollevato questa questione e dove ci siamo chiesti una cosa importante: come mai la politica di chi ne ha fatto della casa soprattutto e mi rivolgo alla sinistra, una battaglia, la casa è un diritto per tutti, dicevano, non ci hanno mai appoggiato, perché non ci hanno mai appoggiato? Avevamo chiesto di distribuire a 80 mila intestatari degli alloggi popolari milanesi un questionario dove dovevano emergere questi fenomeni, non c’è stata data una mano, forse perché sarebbe emerso un quadro impietoso di questa città, quadro che noi abbiamo fatto emergere con decine e decine esposti alla Procura di Milano.
La politica in questa città è totalmente assente sui temi importanti come l’antimafia, si parla di antimafia, ogni forza politica fa dell’antimafia la propria campagna elettorale, ma nei fatti non la mette in pratica perché noi siamo morti e ci siamo accingendo a morire sempre di più proprio per la totale assenza di un aiuto politico e una delle responsabilità maggiori in questa città ce l’ha sicuramente la sinistra perché non è stata in grado di fare un’opposizione forse su questi temi, dando attraverso noi, non ci hanno mai appoggiato pubblicamente o politicamente, l’hanno fatto per facciata, per rubarsi quattro interviste davanti alle televisioni.
Ci hanno sempre dato solidarietà e pacche sulle spalle, noi di quelle non ne abbiamo bisogno, noi abbiamo bisogno della gente che ci metta la faccia, che scenda di fianco a un’associazione che opera sul territorio, che si schiera di fianco agli ultimi e ai più deboli, per dare un segnale di civiltà perché qui la palma di Sciascia da travalicato ormai i confini, stiamo assistendo da un paio di anni alla trasformazione del nostro territorio, noi stiamo vedendo che sta cambiando la cultura della gente, sta diventando una cultura omertosa, qui sta succedendo quello che succedeva 15 anni fa a Palermo o a Reggio Calabria e forse a Reggio Calabria e a Palermo adesso c’è molta più sensibilità che non nel nord Italia, la gente è indifferente, abbiamo detto che c’è l’indifferenza della politica e della società civile.
Un movimento antimafia per il Nord Italia ( espandi | comprimi)
Allora a chiunque ci dice di continuare e di andare avanti, dico soltanto una cosa: Milano ha la necessità di lanciare un movimento antimafia vero, con persone che si schierino e mettendo la faccia davanti alla gente, di fianco agli ultimi e è forse un appello ultimo, disperato che rivolgiamo alla sensibilità di questa nostra Regione Lombardia devastata dall’ndrangheta,si è negato che esistesse questo fenomeno, l’ha negato il sindaco di Milano, l’ha negato il prefetto di Milano, con affermazioni gravi e improvvide e questo ha causato nella gente la consapevolezza che il fenomeno non c’è, il problema diventano gli immigrati, no il problema è la mafia in questa città che si sta mangiando tutta la nostra economia, si sta mangiando le nostre coscienze, questo è il vero problema di questa città e quindi mi sento di dire a quella politica del fare, metteteci la faccia, lanciate un movimento antimafia, se volete che noi non moriamo, noi abbiamo prodotto dei fatti, i fatti concreti, veri, lanciate voi politici, mi posso rivolgere a Pippo Civati, a Giulio Cavalli una delle persone più attive che c’è stato, a Pierfrancesco Maiorino che tante pacche sulle spalle ci ha dato, ma anche a personalità importanti come Carlo Dalla Chiesa, a Salvatore Borsellino, lanciatelo un movimento antimafia, così facciamo la conta! Soltanto allora decideremo se possiamo continuare a lavorare oppure no, in questo stato non possiamo lavorare, siamo in totale emergenza, siamo costretti la mattina a decidere a chi dare una mano e a chi no, perché quando riceviamo 40 richieste di aiuto al giorno e non riusciamo a dargli una mano perché siamo in pochi, perché nessuno ci sostiene, siamo costretti da mesi a fare una scelta, a dare una priorità alle persone e molti non riusciamo a aiutarli, abbiamo la Provincia di Milano che è in mano all’ndrangheta, lo si è dimostrato, altri arresti arriveranno che dimostreranno forse un po’ di più l’infiltrazione all’interno della politica, allora mi rivolgo anche ai sindaci dei comuni in mano all’ndrangheta, che hanno rifiutato la distribuzione dei nostri questionari per monitorare il fenomeno, perché l’hanno rifiutato? Perché avevano paura delle risposte e le risposte potevano far male, perché avevano accertato la presenza criminale e non ci hanno sostenuto e allora i sindaci invece di creare un osservatorio sulla criminalità organizzata, dovrebbero fare una presenza massiccia sul territorio con eventi importanti, sostenendo associazioni antimafia che si battono su questi temi, non abbandonandole, perché noi siamo morti a causa delle indifferenze, questa è la realtà in cui ci troviamo a operare drammatica, indifferenze che fanno male.
Il sindaco di Pollica quando è morto era solo, ma ai suoi funerali c’erano 5 mila persone e quei 5 mila che hanno avuto la faccia tosta di presentarsi ai suoi funerali, mi chiedo dove erano prima quando lui era da solo e urlava e gridava, come era solo Peppino Impastato che aveva le palle attraverso una radio di denunciare fenomeni criminali nella sua terra e è rimasto solo e si muore di solitudine, stiamo morendo a causa della solitudine.
Quindi noi dobbiamo risvegliare queste coscienze, ecco perché questo appello drammatico che stiamo facendo lo consideriamo veramente, credetemi, l’ultima spiaggia, l’ultima cosa che possiamo fare, non abbiamo più alternativa, adesso è la gente che deve decidere, quelle coscienze se si risvegliano ci saremo, altrimenti è tutto perso!
Win for life va chiuso ( espandi | comprimi)
In questa città in Piazza Diaz da poche settimane è stato aperto un centro che si chiama Win for life dove a Milano viene permesso di giocare d’azzardo, bene, sapete cosa succede in questi posti? Avete mai visto le persone anziane che si giocano la pensione? Sapete che i giocatori d’azzardo sono curati nei Sert?Se dobbiamo autorizzare Win for life affinché questa città che è già piena di migliaia di macchinette in ogni bar, dove le persone anziane si vanno a giocare la pensione, dove intorno a Win for life tra un po’ nascerà un sottobosco di usurai, di punte che presterà i soldi, di chi disperato alla una di notte andrà a chiedere i soldi per continuare a giocare, dico: boicottiamolo, perché un ministro che noi abbiamo vorrebbe aprire un casinò in ogni regioni d’Italia per alimentare un circuito mafioso perché nei casinò quello succede, si riciclano danaro, c’è un sottobosco di usurai e allora vi chiedo: boicottate questo posto, create un luogo simbolo dove ogni anno c’è la commemorazione della morte di Carlo Alberto Dalla Chiesa, è una vergogna che Milano abbia autorizzato questo tipo di gioco d’azzardo, quindi vi prego, boicottatelo non andate a giocare lì, oppure se andate, guardate con i vostri occhi le persone anziane che sono lì dentro che si giocano la pensione!
Di questo Milano non ha bisogno, Milano ha bisogno di altro, non abbiamo bisogno del gioco d’azzardo a Milano, allora liberalizziamo la droga, perché se dobbiamo autorizzare centri come Win for life dove poi i giocatori vengono curati dai Sert, allora liberalizziamo anche la droga, apriamo uno spaccio dove si va a comprare cocaina perché questo è il livello, quindi chiudiamo questo centro e lo chiudiamo, si chiude un centro così con la mancanza delle persone che ci vanno a giocare, devono andare in perdita, quindi vi prego boicottate questo posto ignobile perché è il primo di una lunga serie che verrà aperto in tutta Italia, almeno da Milano diamo un segnale forte che noi non ci stiamo che si giochi d’azzardo, abbiamo a 50 chilometri 3 casinò, Campione d’Italia storicamente in mano al clan di Vito Santa Paola, Mendrisio, Lugano dove gli uomini di Vito Santa Paola riciclavano milioni di Euro al giorno, dove si ricicla nei casinò ne apriamo uno in casa nostra, in Piazza Diaz? Signori vi dico di no, non ci sto a questo e quindi che nessun milanese intelligente vada lì a giocare, vi prego, lo dobbiamo far chiudere!”