La democrazia rappresentativa è un inganno che serve a giustificare un modello di sviluppo insensato che ci sta distruggendo? Massimo Fini cerca di rispondere a questa domanda, in sé terribile. Fini va ascoltato in silenzio, come si ascoltano i saggi, come si degusta, di fronte al camino, un vino invecchiato della propria cantina. Intervista a Massimo Fini: L’inganno della democrazia(espandi | comprimi) Massimo Fini – Mi chiamo Massimo Fini, sono un giornalista e, adesso, più che altro, uno scrittore e sono un anti-modernista, ecco, questo è il succo del mio pensiero Blog – Qual è la definizione di democrazia oggi? Massimo Fini – Che cosa sia la democrazia non lo sa, in realtà, nessuno. Il povero Bobbio, che ci ha dedicato tutta la vita, praticamente, allo studio della democrazia… prima dà nove elementi che caratterizzano la democrazia, poi ne dà sei, poi ne dà tre… In realtà la democrazia rappresentativa non esiste, cioè non è la democrazia. E’ un sistema di oligarchie, di “poliarchie” le chiama Sartori che è uno studioso, pure, sinceramente democratico, cioè di aristocrazie mascherate che non hanno neanche diciamo l’equilibrium legis dell’aristocrazia storica, ma non ne hanno neanche gli obblighi. Ad esempio la difesa del territorio spettava alla nobiltà non al contadino, che continuava a lavorare sui suoi campi, ecco. Quindi, in realtà, è un’invenzione, è una truffa, nella sostanza, si è rivelata, al di là della buona volontà dei suoi Padri Fondatori, Stuart Mill piuttosto che Locke. Già Tocqueville aveva individuato che c’era qualcosa che non funzionava quindi io non credo alla democrazia rappresentativa, insomma. In modo brutale l’ho scritto quindi lo dico, è un modo sofisticato per metterlo nel culo alla gente, soprattutto alla povera gente, con il suo consenso. Comunque è un involucro… è l’involucro legittimante di qualcosa di molto più inquietante che è il modello di sviluppo occidentale, quello che stiamo vivendo, insomma, quello contro cui qualcuno di noi si batte, insomma. Blog – Dove ci porterà questo modello di sviluppo? Massimo Fini – Il modello di sviluppo non può che portarci alla catastrofe perché… (a parte che già gronda sangue da tutte le parti) è un modello che si basa sulle crescite esponenziali, che esistono in matematica ma non in natura, nel momento in cui non può più crescere, implode su se stesso. E non ci siamo più tanto lontani anche perché è un modello che è costretto ad aumentare di continuo la propria velocità, per sua dinamica interna, quindi stiamo andando sempre, sempre più veloci. A un certo punto andiamo a sbattere. Blog – … dichiarare una democrazia contraddicendola continuamente con i suoi comportamenti. Questa sfacciataggine, oggi, è prevalente in Italia rispetto a tutti i paesi occidentali? Massimo Fini – È una cosa utile nel senso che l’Italia è sempre stata, in fondo, un paese-laboratorio. Qui nascono i mercanti, come classe sociale, a Firenze, nel Piacentino, che daranno, poi… saranno la pre-condizione della Rivoluzione Industriale. Qui nasce, nel ‘900 il fascismo che poi darà luogo ai fascismi europei. E’, diciamo, interessante perché; a differenza delle altre democrazie, agendo in questo modo così spudorato, e violando, in modo così spudorato i sacri principi, smaschera che cos’è la democrazia realmente. Quindi, da questo punto di vista, ripeto, è interessante perché si svela, mentre nelle altre democrazie sono più, come si può dire? Più astuti, … e la cosa è più nascosta… non so, penso agli Stati Uniti, penso alla Francia, penso a qualsiasi altra democrazia. Blog – C’è un’alternativa alla democrazia rappresentativa? Massimo Fini – Sì, ci sarebbe e c’è! Sarebbe la democrazia diretta che è esistita. La democrazia è esistita prima che si facesse il nome di democrazia ma la democrazia… nella… comunità di villaggio, l’Assemblea di Villaggio decide assolutamente tutto ciò che riguarda… è fatta dai Capi-Famiglia. Decide tutto ciò che riguarda il villaggio ma a ragion veduta perché decide sul suo, su cose che conosce molto bene. Quindi lo stesso Rousseau, appunto, quando immagina la democrazia diretta la immagina perché Ginevra, dove viveva allora, era una città di poche decine di migliaia di abitanti. Comunque la democrazia c’è stata prima di esistere ed è quella della Comunità di Villaggio. Democrazia diretta. Questa democrazia del villaggio, che aveva funzionato benissimo, due anni prima della Rivoluzione Francese, sotto la spinta della Borghesia, sia per suoi interessi sia per questa sua smania di regolamentare tutto cambia le cose, cioè non è più l’Assemblea del Villaggio, che decide del villaggio, e sul suo territorio, ma delega alcuni rappresentanti e da lì inizia il disastro. E’ ovvio che questo succede anche perché nel frattempo, si sono affermati gli Stati e gli Stati sono delle grandi entità e la democrazia diretta non riesce più a esplicitarsi.
Il neo feudalesimo e il bagno di sangue(espandi | comprimi) Blog – Cosa ci sarà dopo il crollo del modello di sviluppo? Massimo Fini – L’ipotesi più probabile è che succeda quello che successe… che succede in tutti i sistemi totalizzanti… che successe all’Impero Romano. L’Impero Romano aveva appena finito di conquistare tutto il mondo allora conosciuto che implose su se stesso e diede origine al Feudalesimo europeo. Quello che immaginano alcune correnti di pensiero è una sorta di… ed è l’ipotesi, diciamo, più felice… di Feudalesimo senza feudatari cioè di comunità che non hanno più un feudatario che è, comunque, in qualche modo, proprietario, controlla,ma è una comunità di pari, di uguali, in vari sensi perché per esempio la società medievale era organizzata in senso completamente diverso dalla nostra cioè ad ogni nucleo familiare, sia sulla terra sia nell’artigianato, ad ogni nucleo familiare doveva essere garantito lo spazio vitale.Se voi leggete le Disposizioni degli Statuti Artigianali ci sono delle cose per noi incomprensibili. Non puoi distogliere il cliente dal negozio del vicino… insomma non puoi fare concorrenza, proprio per questo motivo di fondo. E’ una società che non è basata sulla competizione, non è particolarmente efficiente, su questo non c’è dubbio, ma è una società umana che ha resistito finché ha resistito il delicato sistema della comunità della terra, che non è il comunismo della terra, perché proprietà… ma sulla terra esistono tutta una serie di servitù comunali che vanno a favore della comunità intera. Tu puoi pascolare sul campo del vicino quando il raccolto è stato fatto… tu puoi pescare… prendi l’acqua… adesso il problema… stanno privatizzando anche l’acqua… Blog – Se andiamo verso il Neo Feudalesimo l’Italia è praticamente, cementificata…E noi siamo ormai avviati ai 64-66 milioni… cosa succederà? Massimo Fini -Succederà un bagno di sangue. E’ inevitabile perché nel momento in cui crolla il sistema del denaro, la gente si rende conto che non può mangiare le città, che non può mangiare l’asfalto o bersi il petrolio e si rovescerà nelle campagne ma siccome le campagne non sono infinite ci sarà dell’altra gente che respingerà questi che arrivano, suppongo a colpi di forcone o di kalashnikov, quindi saranno… ma non succederà solo in Italia, succederà in tutto il mondo. Attraverso un bagno di sangue, ripeto, a meno che per una qualche miracolosa intuizione non fermiamo il modello, non abbiamo il coraggio di fare alcuni passi indietro, senza tornare alle caverne ma alcuni passi indietro. Le correnti di pensiero americane che hanno pensato a questo, in sintesi, parlano di un ritorno graduale, limitato e ragionato a forme di auto-produzione e auto-consumo che passano, necessariamente, per il recupero della terra e la marginalizzazione dell’apparato industriale e finanziario, insomma. Questa è l’ipotesi riformista più credibile anche se, in realtà, siccome tutto si muove in senso opposto, in questo momento, pare utopica, insomma, ma …d’altro canto noi dovremo prendere qualche suggestione perlomeno sia dalla società medievale sia dalla cultura, noi l’abbiamo alle spalle, e che abbiamo emarginato, perché troppo dolorosa, troppo tragica rispetto al famoso pensiero giudaico-cristiano, che è poi quello che abbiamo in testa. L’idea di progresso ci porta attraverso varie trasformazioni di tipo economico, al modello di sviluppo di oggi. Ma c’è la cultura greca… la cultura greca aveva profondo il senso del limite. Sul frontespizio dell’Oracolo di Delfi c’era scritto: “Mai niente di troppo” e tutta una serie di miti greci dicono questo che l’hybris, il delirio di onnipotenza dell’uomo provocherà l’invidia degli dei e, quindi, la punizione inevitabile. Io credo che, anche se temo che sia tardi che la prima cosa che dovremmo recuperare è il senso del limite che abbiamo abbondantemente sorpassato. Lo vediamo… la cosa più evidente è quella ecologica…