Un pomeriggio nel passato e nel futuro in una cascina, fuori dall’incubo urbano e dall’inquinamento di una città. La permacoltura è il ricordo di un tempo più felice in cui la terra, l’uomo e gli animali non erano diventati ancora prodotti finanziari. Ed è il futuro. Adotta un orto, ti cambierà la vita. Intervista a Irene Di Carpegna Brivio e Anna Morera Perez della Cascina Santa Brera
Avere cura della terra(espandi | comprimi)
Ciao amici del Blog di Beppe Grillo, sono Irene, sono la proprietaria di Cascina Santa Brera, vi racconto un po’ quello che abbiamo combinato qui con il nostro progetto di Permacultura e di utilizzo sostenibile della terra.
Il bello di questo posto come dicono chi viene a visitarlo è che essendo vicino così tanto a Milano hai uno shock spazio temporale quando ci entri perché sembra di essere in un altro tempo.Qui abbiamo il frutteto, dove abbiamo un sacco di alberi di tutti i tipi, di varietà di frutta diverse, la maggior parte antiche, poi più avanti i ricoveri invernali dei maiali con uno spazio esterno per pascolare perché hanno bisogno di muoversi, hanno bisogno di grufolare anche appena si libera un po’ il tempo, quindi hanno bisogno di spazio. L’inverno non è il momento migliore per visitare, però anche di inverno si può vedere quello che facciamo. Alleviamo pochissimi animali proprio per dargli il massimo delle attenzioni e il massimo dello spazio, il massimo del benessere e avere poi dei prodotti di ottima qualità e soprattutto la coscienza a posto di averli allevati in maniera umana. Le nostre galline sono famose perché fanno delle uova molto buone, ma fanno uova molto buone perché sono trattate molto bene, hanno la possibilità di razzolare in tanto spazio e soprattutto le spostiamo grazie ai carri mobili che abbiamo realizzato, perché trovino sempre da mangiare l’erba, il verme, quello che gli serve e uno spazio pulito dove razzolare. Chiaramente se noi le lasciassimo sempre nello stesso posto si caricherebbe delle loro deiezioni e vivrebbero male e sarebbe anche un problema sanitario come lo è nei grandi allevamenti. Qui vivono in piccoli gruppi, Abbiamo scoperto che più di 120 galline insieme non si riconoscono a vicenda e quindi iniziano a provare aggressività, a litigare tra di loro, fino a 120 si auto-organizzano, creano le loro gerarchie, si dividono i compiti, vanno d’accordo, oltre no. E in più devono avere abbastanza spazio, quindi non c’è bisogno di tagliare il becco alle galline che sono aggressive tra di loro, bisogna dargli più spazio, bisogna dargli meno affollamento, questa è la nostra soluzione eco- compatibile e sostenibile anche per la loro salute, la loro felicità, se così si può dire per una gallina. Gli mettiamo insieme i galli, un gallo ogni 10 galline, non è vero che due galli in un pollaio non possono stare, basta che ogni gallo abbia le sue 10 galline, è questione di organizzazione e di conoscenza, di studio, di osservazione delle loro necessità. Anche questo modo di allevare le galline è un tassello del nostro progetto di Permacultura, perché la Permacultura prevede la progettazione di insediamenti umani sostenibili, quindi la preoccupazione anche di come ci nutriamo, come ci riscaldiamo, come abitiamo, tutto quanto fatto nel rispetto dei principi etici di avere cura della terra, avere cura delle persone e equa condivisione delle risorse. Allora uno dei metodi anche dei principi di progettazione che si applicano è l’utilizzo delle risorse naturali, per esempio la concimazione. Se tengo delle galline al pascolo in maniera sensata, spostandole, alternandole nel pascolo con i bovini, ottengo il doppio risultato di avere dei prodotti sani da mangiare o che sostengono la nostra economia nel momento in cui li vendiamo e, nello stesso tempo, ho un beneficio per il suolo, perché abbiamo una concimazione organica che ci darà poi in quel campo la possibilità di coltivare in maniera sostenibile, magari cereali, magari altre cose. Il motivo per cui quest’anno noi facciamo un pascolo in questa zona, mentre gli anni passati era in un’altra zona, dove quest’anno abbiamo seminato frumento. Tutta la sostanza organica lasciata dai nostri animali in quel terreno adesso la utilizziamo per fare i cereali. La Permacultura insegna a mettere in relazione le cose tra di loro, insegna a utilizzare minore sforzo per il massimo del risultato, sempre nel rispetto dei principi etici che dicevo prima.
Gli alberi, il simbolo della Permacultura(espandi | comprimi)
Il progetto del nostro orto è nato anche per dare accesso alla terra a chi vivendo in città non ha questa fortuna. La terra è sostegno per noi umani, è la fonte di cibo e poterla frequentare in un luogo non inquinato, non pieno di cacche di cane com’è nei giardinetti di Milano, con un’aria più pulita e senza concimi, senza veleni nell’ariaè un’opportunità secondo me grande che è stata presa, accettata e sposata da molte famiglie che ora frequentano il nostro orto e si sentono a casa qui, liberi di venire a raccogliersi la verdura, di portare i bambini a giocare, di avere uno spazio di verde vicino a casa anche se non si possono permettere la casa in campagna. Questo è il pascolo dove abbiamo seminato il grano quest’anno e dove abbiamo messo degli alberi che devono diventare più grandi perché serviranno a dare l’ombra d’estate al prossimo periodo in cui si pascoleranno gli animali. Noi abbiamo trapiantato più di 12 mila alberi, fatto un bosco in riva al Lambro e riteniamo che piantare alberi sia una delle cose migliori che si possa fare, sia che siano alberi da frutto, la Permacultura per esempio insegna a fare il “food forest gardens“, cioè a piantare tutti gli alberi utili che ti danno cibo e che ti danno anche tanti altri prodotti utili: la legna per scaldarsi, per costruire mobili, per costruire gli attrezzi, per fare la carta, per fare ombra, per fare ossigeno, per dare habitat agli animali selvatici, per dare umidità, e quindi pioggia, quando ti serve d’estate. Gli alberi sono il simbolo della Permacultura e della multifunzionalità della natura in cui un elemento svolge sempre più funzioni e le funzioni importanti devono essere svolte da più di un elemento. La Permacultura studia la natura per imparare dalla natura a applicare dei principi che siano produttivi, ma sostenibili, quindi abitiamo, abbiamo bisogno di vivere, abbiamo bisogno di mangiare, bisogno di relazioni sociali, possiamo farlo nel rispetto della terra, nel rispetto di altri esseri viventi, divertendoci, condividendo è questa la rivoluzione al contrario! Non è una rivoluzione per fare business, ma per vivere in maniera sostenibile, senza sacrificio, sofferenza o rinunce, con un po’ di intelligenza e applicando i principi giusti. E’ un recupero di varietà in estinzione che è autoctona della zona. Si utilizzavano all’epoca le tre funzioni della mucca: per lavoro, per latte e per carne, adesso come non sono specializzate in niente non servono, la grande distribuzione dice che non servono, ma c’è questo programma di recupero e noi le utilizziamo sia per le femmine per recuperare la razza e i maschi al macello.
Rispetto della terra, del tempo e delle persone(espandi | comprimi)
Sono Anna, catalana di Barcellona, lavoro qua in Cascina Santa Brera da tre anni e mi occupo degli orti biologici e la gestione un po’ permaculturale della parte agricola ortistica. In questa installazione vediamo questi ferri, questo è servito per la piantumazione dei pomodori, i pomodori mangiano un sacco di nutrienti allora quello che abbiamo fatto per rispettare la terra è stata una rotazione con i fagioli, abbiamo mantenuto la struttura dei pomodori per piantare i fagioli che portano invece dell’azoto nella terra. In questi orti ci sono diverse modalità di partecipare, c’è questo bellissimo progetto iniziato tanti anni fa che si chiamava “adotta un orto” che è un collettivo di famiglie che si sono associate. Fanno un gruppo da sé e vengono qua a raccogliere la verdura, persone che non hanno tempo per coltivare la terra che però vogliono stare in contatto con la terra. Vengono qua e fanno il loro raccolto in sito, così seguono anche la stagionalità, seguono la crescita delle verdure. Facciamo un po’ di educazione ambientale, educazione alimentare, dopo lavoriamo anche con i G.A.S., facciamo un po’ di produzione extra per i gruppi di acquisto solidali che sono della zona. Loro si mettono insieme per poter acquistare dei prodotti, normalmente sono biologici e critici, a chilometro zero, equosolidale etc.. Insieme a tre cascine del Parco Sud agricolo gli proporzioniamo una parte della verdura. Facciamo coltivazione biologica, cosa significa biologico? Significa rispetto della terra, del tempo e delle persone, facciamo coltivazioni senza pesticidi, senza niente chimico. Lavoriamo con la vita, per la vita e con la vita! Non credete quando vi dicono che c’è bisogno del chimico, non è vero, serve soltanto per l’industria agro-farmaceutica, a noi non serve, con il macerato di ortica, un buon compost di letame riuscite a andare avanti perfettamente nel vostro orto, non c’è bisogno del chimico, questa è una grande bugia! Come facciamo? Mettiamo insieme delle piante che si possono dare un mano, queste sono le consociazioni, mettere delle piante che si aiutano a crescere, che si proteggono dagli insetti, facciamo delle rotazioni del terreno per rispettare il suolo, per rispettare la vita micro-organica che c’è nel terreno. La serra la utilizziamo per fare produzione durante i mesi più freddi, per anticipare un po’ le culture durante l’estate, insalate e altre verdure alla foglia che resistono al freddo del piattume padano, c’è anche pacciamato, la paglia che serve per proteggere contro gli infestanti e per mantenere un po’ più l’umidità. Nel caso che non avete la possibilità di avere l’orto, potete venire qua, venire a dare una mano alla coltivazione. Siete tutti benvenuti. Potete venire qua soltanto a passare la giornata e stare in contatto con l’intorno agricolo alle porte di Milano. Se comunque volete avere il vostro pezzettino di orto, va beh, vi lascio uno spazio, una zappa e una forca e ci mettiamo tutti insieme a piantumare e a lavorare!