Il capitale è amorale, si sposta dove il profitto è maggiore. Non è interessato ai diritti dei lavoratori o all’ambiente. Non li contempla neppure. La globalizzazione ha liberato gli sciacalli e gli avvoltoi delle multinazionali e della finanza tenuti prima alla catena. In alcune aree del pianeta come parte dell’Europa, grazie a durissime lotte sociali durate un paio di secoli, la tutela dei diritti dei lavoratori e del territorio sono diventate un fatto acquisito. Il WTO con con la globalizzazione dell’economia ed il commercio libero sta creando un mercato di schiavi di massa. Una serie di vasi comunicanti in cui i capitali migrano verso i Paesi con meno garanzie e diritti e, quindi, con un’alta remunerazione. Non c’è gioco. Il costo del lavoro di un rumeno o un indiano è imbattibile. Nessuna azienda italiana può competere se non riazzerando diritti e regole, come in effetti sta succedendo. Mi sembra una follia. Il mondo si sta allineando verso il basso, sempre più. Verso nuovi faraoni. Non c’è limite alla bulimia del capitale. Mentre si esportano capitali, si importano beni di qualunque tipo, trascurando del tutto l’impatto ambientale del trasporto. L’inquinamento non è conteggiato nel prezzo del prodotto.
Col tempo gli Stati importatori, con la perdita della produzione, si impoveriscono e gli Stati esportatori perdono quote dei mercati mondiali. E tutto torna al punto di partenza con, nel frattempo, un accumulo di grandi capitali, lo spostamento del potere politico verso le multinazionali e la perdita di diritti nei Paesi importatori senza alcun miglioramento sociale nei Paesi esportatori, che si ritroveranno il loro territorio devastato. Un disegno degno di menti criminali, di alieni che si sono impossessati dei corpi dei manager delle multinazionali e del WTO per distruggere il pianeta Terra. La libera circolazione delle merci può avvenire solo a parità di diritti sociali e sindacali. Altrimenti si applichino i dazi.