una: porta il nome di Loreno Tetti, venditore ambulante di panini e bibite, titolare di un furgone-chiosco a Milano, in via Celoria 16, ben noto agli studenti del Politecnico. Questo, fino a metà luglio. Ora Loreno è diventato – suo malgrado – un simbolo antimafia. La colpa che non gli viene perdonata è aver testimoniato in un’aula di giustizia contro il clan di ‘ndrangheta responsabile di un sistema di estorsioni e minacce, un vero e proprio racket ai danni dei commercianti ambulanti di Milano. Solo in due confermarono in aula, davanti ai giudici e agli imputati, ciò che era emerso durante le indagini. Uno dei due si è poi trasferito in Francia. L’altro, Loreno Tetti, la mattina del 18 luglio scorso ha trovato il suo furgone bruciato. Inequivocabile il messaggio intimidatorio, per lui e per gli altri: chi si ribella la pagherà. Ma Loreno è testardo, ha deciso di non piegarsi e lunedì riaprirà il suo chiosco, sotto la vigilanza della polizia locale e con il sostegno degli Studenti di Fisica e di alcune associazioni milanesi sensibili alla lotta alla mafia, che lunedì alle 13,30 in via Celoria hanno organizzato un presidio per manifestargli “vicinanza e riconoscenza”. Una piccola storia, quella di Loreno, non da prima pagina, sull’innalzamento dello spread fra ricatto mafioso e libertà economica nella moderna Milano, che ci dice una cosa chiara: fin quando vendere dei panini richiederà coraggio, noi non andremo da nessuna parte.” Piero Ricca
“Si cerca una storia esemplare? Eccone