Il capo del Movimento Cinque Stelle aveva attaccato la performance di Roberto Benigni alla festa dem di Reggio Emilia, chiedendosi dove avessero trovato i soldi per permettersi un happening del genere. Lucio Presta, manager di Benigni, spiegò che non era stato fissato alcun compenso “preventivo”, ma l’attore-regista intascò una percentuale sui biglietti venduti per lo show. A distanza di qualche giorno era arrivato una sorta di contrattacco, che i magistrati oggi definiscono scomposto, per bocca di Giovanni Guerisoli, nel frattempo entrato della galassia Pd e – come detto – tra i fondatori della Rete del sociale e del Lavoro.
Nel mezzo d’una puntata della Zanzara, e intervistato da Cruciani, domandava ironicamente se il Grillo che sparava contro l’iniziativa democratica e i presunti pagamenti a Benigni fosse lo stesso che “per uno spettacolo del 1999”, chiese alla Cisl “dieci milioni in nero”. Aggiungendo che quelle condizioni furono accettate, ma che in seguito il sindacato ebbe problemi a giustificare le uscite.
Come andarono, davvero, le cose? Beppe Grillo sulle prime replicò secco via twitter: “Tutto falso, querelo Guerisoli”. E con il trascorrere delle settimane pure gli attuali vertici Cisl presero un po’ le distanze dal loro dirigente storico, che con il tempo aveva drasticamente ridimensionato l’impegno politico limitandosi all’amministrazione di Grottaferrata (Roma): Guerisoli forse si confonde, fecero sapere, poiché di quella serata dovrebbero esserci fatture e soprattutto si svolse tre anni prima in un altro luogo (non Numana in provincia di Ancona come fu riferito in diretta, ma appunto Rimini, ndr).
Beppe Grillo, tramite il nipote avvocato Enrico Grillo, ha sporto comunque denuncia, portando carte chiare a sostenere la regolarità della prestazione. E a distanza di quasi vent’anni sull’affaire si è pronunciato infine un magistrato. Scrive quindi il pm Miniati che la circostanza del pagamento in nero è “falsa”. E chi accusò Grillo, a meno che non si materializzi una transazione fuori dal tribunale con successivo ritiro della querela (procedura del tutto legale) sarà processato”.
Il Secolo XIX
