Passaparola – Perchè pagare il debito pubblico? di Éric Toussaint

Perchè pagare il debito pubblico?
(08:00)

“In Europa la BCE non può prestare soldi agli Stati, quindi il monopolio del credito ai poteri pubblici nella zona Euro è assegnato ai banchieri privati che ne approfittano per fissare tassi di interesse che fruttano loro di più. Dunque, oggi prendono dalla BCE allo 0,25%, poi prestano all’Italia al 4%; quando per l’Italia le cose vanno male prestano al 6-7. I cittadini devono prendere l’iniziativa di “audit del debito”, porsi le domande giuste e trovare da soli le risposte, senza preoccuparsi del fatto che ci sia un grande esperto in economia o in contabilità nazionale.” Éric Toussaint

Buongiorno, mi chiamo Éric Toussaint e presiedo il Comité pour l’Annulation de la Dette du Tiers Monde (“Comitato per l’annullamento del debito nel Terzo Mondo”, ndt), rete internazionale presente in America Latina, Africa, Asia ed Europa. Questa organizzazione da venticinque anni si occupa del problema del debito: dall’Argentina ad Haiti, dall’Ecuador ai Paesi africani. Poi, con la crisi scoppiata in Europa dagli anni 2007-2008, radicatasi dal 2010 con ciò che è avvenuto in Grecia, a partire dal cosiddetto “memorandum della troika”, che ha imposto alla Grecia, e poi anche ad altri Paesi, da parte di Banca Centrale Europea, Commissione Europea e Fondo Internazionale, dei programmi di austerità molto duri, abbiamo potuto constatare che anche in Europa c’è il problema del debito. Un Paese come l’Italia ha un debito pubblico del 130% in rapporto al suo Prodotto Interno Lordo, e in modo regolare i media e i governi in Italia – prima Mario Monti, ora un nuovo governo – parlano del grande sforzo che bisogna fare: ridurre il debito pubblico, quindi applicare l’austerità. Ciò che i dirigenti politici e i media dominanti vogliono evitare a ogni costo è di discutere sull’origine di questo debito, come esso si compone, se è normale doverlo pagare, o se bisognerebbe porsi la domanda se sia stato contratto per buoni motivi, per l’interesse della popolazione, per migliorare le sue condizioni di vita, per migliorare le infrastrutture del Paese… è stato contratto rispettando l’interesse generale, la giustizia sociale, o è servito a interessi di singoli, dei banchieri stessi, che prestano soldi allo Stato, dei partiti politici o dei dirigenti che vogliono grandi progetti di infrastrutture – autostradali, aeroportuali – che costano molto caro, e che vanno finanziati attraverso i debiti? Questo debito, poi, viene rimborsato in condizioni normali, cioè con tassi d’interesse ragionevoli, oppure i creditori, in particolare i banchieri, abusano della loro situazione? Come sappiamo in Europa la BCE non può prestare soldi agli Stati, quindi il monopolio del credito ai poteri pubblici nella zona Euro è assegnato ai banchieri privati che ne approfittano per fissare tassi di interesse che fruttano loro di più. Dunque, oggi prendono dalla BCE allo 0,25%, poi prestano all’Italia al 4%; quando per l’Italia le cose vanno male prestano al 6-7%: quindi hanno interessi molto elevati. In merito a questa situazione i cittadini devono prendere l’iniziativa di audit del debito, di porsi le domande giuste e di trovare da soli le risposte, senza preoccuparsi del fatto che ci sia un grande esperto in economia o in contabilità nazionale. Ci si può porre le domande giuste e cercare le persone con le conoscenze tecniche. Questo esercizio democratico fondamentale, l’audit cittadino, non ha semplicemente una funzione di educazione, di presa di coscienza, ma deve servire anche ad aiutare una scelta in seguito politica: se si considera che una parte del debito del Paese in cui si vive è illegittimo, bisogna poi vedere come rifiutare di pagarlo. Se esso non rispetta criteri di legittimità, di legalità, bisogna poter dire “non lo paghiamo“. In questo caso, bisogna mobilitarsi per dire che non siamo d’accordo che il governo continui a portare avanti una politica di austerità per pagare un debito non giustificato. Può anche essere il caso di una città. A Brescia, a Milano, in diversi centri, sappiamo che si sono contratti debiti con alcune banche che hanno voluto tassi di interesse molto alti, e che ci sono stati progetti con spese non necessariamente utili all’interesse degli abitanti della municipalità. Quindi, anche in questi casi bisogna fare degli audit. Si parla in termini di audit del debito di tutti i Paesi, per esempio il debito dell’Italia, della Grecia, della Germania, della Francia…, ma anche di quello locale, di alcune municipalità o regioni (esistono anche debiti regionali). Personalmente sono molto coinvolto in questo tema, ho partecipato all’audit del debito dell’Ecuador, nel 2007-2008: per 14 mesi, in diciotto membri di una commissione d’audit istituito dal governo ecuadoriano, abbiamo analizzato e passato in rassegna tutti i debiti del paese: all’interno, all’esterno, verso le banche, verso le istituzioni multilaterali come il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale, ecc., quelli bilaterali, ovvero i debiti dell’Ecuador con altri Paesi, come l’Italia – per esempio, l’Ecuador ha un debito verso il Belpaese per una centrale idroelettrica in una diga, un vero disastro per la popolazione locale. Ma l’Italia vuole farsi rimborsare questo debito illegittimo agli occhi della popolazione ecuadoriana, perché aveva prestato soldi all’Ecuador affinché questo chiedesse ad alcune imprese italiane di costruire la diga; le imprese italiane non hanno però assolutamente rispettato ciò che viene chiamato il “capitolato d’appalto”, cioè quello che dovevano fare, il tipo di diga che dovevano costruire; non hanno rispettato il diritto delle popolazioni locali, ecc. Perciò, abbiamo analizzato il “Progetto DOL” nel sud Ecuador, e abbiamo rimesso in discussione per esempio il debito bilaterale con l’Italia. Dopo aver acquisito questa esperienza in Ecuador, cerco di metterla al servizio di diversi Paesi, laddove ci sono persone che vogliono realmente battersi con la mia organizzazione; abbiamo mezzi limitati, ciò che diciamo soprattutto ai cittadini è di prendersi in carico loro stessi le cose; noi possiamo produrre dei documenti, un manuale del cittadino – ne abbiamo appena redatto uno nuovo, che sarà pubblicato in inglese e in francese, probabilmente in portoghese e in spagnolo – utile al cittadino ad apprendere alcune tecniche ed esperienze degli altri su come realizzare un audit cittadino. Passate parola!
Intervista realizzata da Francesco Attademo