di Paul kollesperger, MoVimento 5 Stelle Bolzano
Lo usano solo loro, ma lo dobbiamo pagare noi. Andare a Roma in treno è roba per gente comune, i politici altoatesini pretendono l’aereo sotto casa; poi c’è una manciata di imprenditori, per lo più amici o amici di amici della categoria precedente; infine gli albergatori che temono di non restare al passo con la concorrenza, in una provincia dove ogni anno si infrangono record di pernottamenti e i turisti arrivano a frotte, attratti da montagne meravigliose e ottimi servizi.
Il sogno di avere un aeroporto locale si è scontrato con la dura realtà dei numeri: in venti, fallimentari anni di attività, lo scalo bolzanino non è mai decollato (e perdonate il gioco di parole). Dopo 120 milioni gettati al vento e malgrado i mirabolanti business plan periodicamente sbandierati sulla stampa e redatti dai soliti, costosissimi superconsulenti, la cruda realtà dei fatti ci dice che all’apice del suo “successo” (correva l’anno 2011), l’aeroporto ha avuto la miseria di 58mila passeggeri. Per rianimare questo cadavere, ecco la solita soluzione: una bella iniezione di risorse fresche per ripartire. Denaro pubblico, naturalmente. Ma soprattutto soldi dei contribuenti tolti a servizi ben più importanti (come la sanità) a vantaggio degli amici dei partiti di maggioranza, la tedesca SVP e il solito PD (ormai, più semplicemente, SVPD). Il gioco in sintesi è questo: investiamo nei prossimi anni ulteriori 80 milioni di euro per raggiungere la soglia dei 170mila viaggiatori che garantirebbero l’equilibrio finanziario. Ma non era con qualche variante la stessa favola che ci avevano raccontato qualche anno fa? L’aeroporto di Bolzano è considerato dall’Enac tra quelli non strategici (leggi da dismettere), come ricordato da Presa Diretta in un reportage del 2013 che fece rumore. Cosa aspettiamo a prenderne atto?
Il mix è di quelli micidiali: inutile inquinamento in un’area a forte vocazione agricola, decibel a go go nella zona più popolosa dell’Alto Adige, ennesimo spreco di denaro pubblico. Questa la cornice in cui gli altoatesini il 12 giugno si recheranno alle urne per un referendum in cui dire NO al finanziamento pubblico di una struttura fallimentare. Già nel 2009 gli altoatesini avevano detto basta, in un’analoga consultazione in cui però il quorum fu solo sfiorato. Anni e milioni di euro dopo, contiamo che questa sia la volta buona. ll Movimento 5 stelle dell’Alto Adige si appella ai cittadini affinché vadano numerosi alle urne per votare NO.