di Laura Ferrara, Movimento 5 Stelle Europa.
I tedeschi hanno voltato le spalle ad Angela Merkel. Il voto in Meclemburgo Pomerania è un campanello d’allarme per le politiche sui flussi migratori volute da Merkel, Hollande e Renzi. È una batosta per i politici che governano oggi l’Europa. Il prossimo 2 ottobre in Ungheria ci sarà un referendum sulla ripartizione dei profughi sbarcati in Italia e Grecia. Se dovesse passare il principio “ognuno fa per sè”, si aprirebbero scenari clamorosi…
“La sconfitta elettorale della Merkel non è una sorpresa. Non si possono usare i cittadini come punchball e pretendere che non reagiscano mai. La Merkel – con la complicità dei fedelissimi alleati Renzi e Hollande – sta trasformando l’Europa nell’orto privato delle grandi lobby tedesche. I cittadini hanno ben compreso che la finta svolta buonista della Cancelliera sottende di fatto sfruttamento per i migranti e per i cittadini tedeschi stessi. Se si volesse attuare una politica volta a fermare davvero i flussi migratori, si guarderebbe alla cause e si farebbe di tutto per reciderle. E invece il trio Merkel-Renzi-Hollande coltiva solo gli interessi di esportatori di armi e grandi industrie desiderose di abbattere i salari dei lavoratori. Le prove?
Nel 2015 le esportazioni di armi sono raddoppiate passando da 4 a quasi 8 miliardi di euro. Queste armi vengono usate nei conflitti da cui i profughi poi scappano. La Germania della Merkel chiama integrazione quello che è sfruttamento. I migranti che arrivano dalla Siria sono ingegneri, professori, medici, che si ritrovano a lavorare a 1 euro all’ora. Molte aziende trovano più conveniente firmare dei contratti di lavoro a 1 euro all’ora piuttosto che fare contratti con salari base. Con il loro voto i cittadini tedeschi dicono no a questo schema, dicono no alla guerra fra poveri e alla pressione salariale verso il basso.
Stesso discorso vale per il voto del 2 ottobre in Ungheria. Il referendum è per definizione lo strumento principe della democrazia diretta. I cittadini devono potersi esprimere. Tuttavia, bisogna stare attenti al tipo di propaganda e di informazione che il governo Orban porterà avanti. Il quesito (vuoi concedere all’Unione europea il mandato di ricollocare cittadini non ungheresi in Ungheria senza l’approvazione del Parlamento?) è fuorviante e ambiguo: la ricollocazione dei migranti si basa sul sacrosanto principio sancito dall’art. 80 del TFUE, che prevede cooperazione ed equa ripartizione delle responsabilità tra Stati membri, nonché sul principio di non respingimento previsto dalla Convenzione di Ginevra. Senza il ricollocamento l’Italia sarebbe abbandonata nell’affrontare il continuo flusso di migranti che l’Europa non riesce a fermare e, anzi, alimenta con la sua politica estera e di vendita degli armamenti.
L’accordo con la Turchia e le politiche sui flussi migratori stanno mettendo i cittadini europei e non gli uni contro gli altri. Il futuro della Merkel – che ha voluto tutto questo – adesso è in bilico. E questa è una buona notizia per l’Europa.