di MoVimento 5 Stelle Toscana
398 mila toscani vivono con un ISEE inferiore a 6500 euro (10,6% della popolazione). 155 mila famiglie che vivono quindi in povertà assoluta. Davanti a numeri del genere non potevamo stare fermi e in silenzio, queste sono le priorità.
Così, in attesa di veder approvata dal Parlamento la nostra proposta nazionale sul Reddito di Cittadinanza, abbiamo studiato una misura regionale per portare in tre anni la quasi totalità di queste 155 mila famiglie ad una condizione di dignità minima, possibile e necessaria. Il nostro Reddito di cittadinanza non è un’iniziativa assistenzialista, ma è una vera misura per l’economia e un azione di sostegno al ricollocamento lavorativo.
Per noi quando un povero cerca di uscire dalla sua condizione, recandosi al Centro per l’Impiego, deve trovare chi studia insieme a lui un percorso di ricollocamento e affianca a questo un sostegno economico diretto, come in tutti i paesi europei (Grecia esclusa). In Toscana questo è possibile, esiste persino una legge che già prevede il contributo finanziario a chi cerca lavoro, ma non è mai stata attuata. Ci siamo appoggiati su questa e su altri appigli normativi, per prima la nostra splendida Costituzione Repubblicana, per dire che il Reddito di Cittadinanza è una misura di civiltà e dignità che completa il percorso democratico.
Per riuscire nell’impresa di annullare la povertà in Toscana col nostro reddito di cittadinanza basterebbero circa 173 milioni di euro l’anno. E noi abbiamo trovato le dovute coperture, tra capitoli di spesa liberi (dove la politica può decidere senza problemi) e recupero degli sprechi, anche se siamo in attesa di leggere la Legge di Bilancio 2017 governativa e a cascata quella regionale per aggiornarle.
L’importante è chiarire che si può fare e ora tutti i toscani poveri possono avere una via d’uscita.
Aspettiamo su Rousseau i contributi di tutti gli iscritti toscani al Movimento 5 Stelle per discutere la proposta e prepararla al momento decisivo: il dibattito in Consiglio Regionale.