di MoVimento 5 Stelle
Decine e decine di migliaia di laureati italiani emigrano all’estero. Un triste rito che va avanti da anni. Da altrettanti anni, i ‘soliti noti’ come Angelino Alfano raccomandano i propri fratelli o sodali in società partecipate dello Stato, cioè mantenute dalle tasse dei cittadini e da coloro che sono costretti ad andare via.
Accade così che Poste SpA, con l’assunzione del fratello del ministro si trasformi in ‘società per Alfano’. Un caso quest’ultimo denunciato dal M5S già nel 2013 con una interrogazione che non ha mai ricevuto risposta. Oggi grazie ad un inchiesta della Corte dei Conti si scopre che l’esimio Alessandro Alfano, assunto a Poste Spa, in quattro anni di lavoro non ha mai firmato alcun atto. Un livello di produttività, dunque, che sembrerebbe pari a 0. Quattro anni e una folgorante carriera per lui, però. Prima l’assunzione da dirigente in Postecom con una laurea triennale in Economia conseguita a 34 anni, poi l’aumento di stipendio inesorabile dal 2014 al 2016. Si va dai 160.000 del 2014, ai 180.000 nel 2015 (passaggio a Poste Tributi) fino a 200 mila euro attuali dopo la promozione in Poste Italiane. Cioè più di 16 mila euro al mese!
Tutti soldi pagati da noi cittadini. Ma magari Alessandro Alfano parla perfettamente l’inglese come il fratello! Secondo l’inchiesta della Corte dei Conti anche il consigliere di amministrazione di Poste Italiane «dottor Mondardo, aveva manifestato la propria perplessità all’allora AD Massimo Sarmi circa le motivazioni che avevano portato all’assunzione di Alessandro Alfano, senza che il Consiglio di Amministrazione fosse portato a conoscenza né dell’esigenza di dover ricoprire tale ruolo, né che per tale carica fosse prevista l’assunzione del citato dirigente».
Il M5S già a luglio chiese le dimissioni del Ministro Alfano. Angelino, il ministro “postino” fece orecchie da mercante. Oltre a presentare una nuova interpellanza rinnoviamo la richiesta. Alfano c’è posta per te: dimettiti.