di Piernicola Pedicini, Efdd – MoVimento 5 Stelle Europa
“Commissario, noi oggi siamo qui per sottoporre all’attenzione delle Istituzioni Europee il tema tristemente noto con il nome di “terra dei fuochi”. Parliamo cioè dell’emergenza ambientale e sanitaria in cui sono costretti a vivere più di 2 milioni e mezzo di abitanti in un’area di 57 comuni delle province di Napoli e Caserta, nel Sud Italia.
Da quelle parti sono stati individuati, fino ad ora, oltre 6.000 siti di smaltimento illegale in cui sono stati sversati, o bruciati illegalmente, oltre 10 milioni di tonnellate di rifiuti tossici, sia urbani che industriali, diventando così la principale fonte di inquinamento di una delle aree più compromesse d’Europa. Il quadro epidemiologico della popolazione residente in quella terra, presenta una serie di eccessi di mortalità e di ospedalizzazioni riconducibili al rilascio da rifiuti pericolosi o alla combustione di rifiuti.
La mortalità per tutti i tipi di tumore è cresciuta fino al 20%, in totale controtendenza con la riduzione della media nazionale degli stessi valori. L’infertilità maschile è cresciuta fino al 17% in più rispetto alla media nazionale. Emerge anche un quadro critico riguardo alla salute dei bambini con un eccesso di ricoverati nel primo anno di vita per tutti i tipi di tumori e un eccesso di tumori del sistema nervoso centrale nella fascia di età che va dai zero ai 14 anni.
Nonostante ciò, continua l’ostracismo di tutti coloro che negano il nesso di causalità tra i veleni industriali e il cancro, facendo leva sulla difficoltà di stabilire scientificamente una correlazione, ragione per cui affermano che quel nesso non è confermato dalla scienza.
Eppure non c’è famiglia che non abbia avuto l’esperienza di uno o più casi di tumore e solo negli ultimi 20 giorni sono morti altri 8 bambini.
Adesso gli abitanti di quei luoghi hanno paura di bere l’acqua del rubinetto o di mangiare le verdure che coltivano nei loro terreni e, come se non bastasse, le produzioni agroalimentari hanno subito gli effetti devastanti di una pubblicità negativa che ha ulteriormente indebolito la già debole economia locale. Abbiamo tutti ricevuto il rapporto da parte della Rappresentanza Permanente Italiana presso l’Unione Europea con un messaggio rassicurante che illustra le azioni del Governo Italiano e di quello Regionale che sembrano finalmente indirizzate verso una soluzione definitiva. Il problema è che di messaggi rassicuranti ne abbiamo ascoltati per anni con il risultato che ancora oggi i roghi continuano a bruciare incessantemente.
Noi siamo qui per denunciare l’inutilità e l’inefficacia delle soluzioni fino ad ora adottate dalla politica regionale e nazionale in Italia.
E non sono valse a nulla le decine di inchieste giornalistiche, le denunce nelle Commissioni Parlamentari, gli esposti delle associazioni di cittadini e la conta dei morti nei cimiteri di questa terra avvelenata. Commissario, questo è il più grande avvelenamento di massa in un paese occidentale e le istituzioni Europee hanno il dovere di intervenire! Per questo ci chiediamo che cosa ha intenzione di fare questa Unione Europa per ridare una speranza a suoi cittadini? Ci chiediamo se davvero questa Unione Europea ha intenzione di dare la priorità al rispetto del diritto fondamentale alla salute dei propri cittadini!”