di Manlio Di Stefano
Da qualche settimane la stampa mi ha preso di mira e ieri il Corriere della Sera (e una serie di testate minori) riportava l’ennesima fantasiosa ricostruzione sul mio conto, inventando una crisi nel mio rapporto con Luigi Di Maio e parlando di un “ridimensionamento” della mia figura all’interno del M5S e della fine dei miei progetti da Ministro degli Esteri. Niente di più falso e strumentale, fermo restando che questo giochino sui toto-nomi e sui ministeri è qualcosa che compete solo ai giornali. Loro lo hanno creato e loro lo hanno alimentato, sperando così di usarlo contro di noi. Noi pensiamo alle idee, ai progetti e non ci preoccupiamo di chi li porterà avanti. Ma è arrivato anche il momento, dopo settimane di accuse e menzogne, di mettere qualche puntino sulle “i”.
1. Sulla questione israelo-palestinese. Come già ribadito in più occasioni, la nostra posizione è molto chiara, da sempre: una soluzione politica e pacifica del conflitto è possibile solo percorrendo la via di due popoli e due Stati, autonomi e indipendenti. Sia Israele, sia la Palestina hanno diritto di vivere in sicurezza. Questa è la strada tracciata in occasione della conferenza di Annapolis (novembre 2007), che il M5S persegue con estrema convinzione, così come la comunità internazionale tutta. Esprimere delle critiche sulla politica del Governo Netanyahu in relazione agli insediamenti in Cisgiordania non significa essere contro lo Stato d’Israele, significa bensì esprimere il senso delle numerose risoluzioni ONU sulla materia.
2. Sulla Federazione russa. Sono andato a Mosca in due sole occasioni, la prima per incontrare l’Istituto Commercio Estero italiano e cercare una soluzione per le gravi perdite al sistema Italia subite per via delle sanzioni alla Russia, la seconda per assistere al congresso di Russia Unita, il principale partito di governo. Questo non fa certo di me un amico di Putin o chissà cosa, eppure c’è chi si diverte ad attribuirmi “poteri” o conoscenze che non ho mai avuto, fortunatamente. Vengo ritratto come l’uomo dei russi all’interno del M5S, su di me molti quotidiani hanno praticamente montato delle spy story: falsità gratuite attraverso le quali, colpendo il sottoscritto, qualcuno ha tentato di sferrare un duro colpo a tutto il MoVimento. Anche in questo caso, la posizione ufficiale del M5S, sottolineata in più occasioni, è sempre stata chiara: stop alle sanzioni UE perché stanno danneggiando la nostra economia (il Made in Italy finora ha subito perdite di oltre 3,5 miliardi) e un coinvolgimento della Russia nella stabilizzazione delle aree di crisi, in cui Mosca ha un ruolo determinante (vedi la Siria). Questa è realpolitik, questo è anche quello che va ripetendo il capo dello Stato Sergio Mattarella, che ha di recente incontrato proprio Vladimir Putin. Ma se è a dirlo è il M5S, qualcuno ci dipinge come degli zar.
3. Sul Venezuela. A inizio marzo ho guidato una delegazione parlamentare M5S in visita in America Latina. Prima tappa Buenos Aires, seconda tappa Caracas, dove vive una delle più grandi comunità italiane all’estero. Durante la missione abbiamo incontrato in entrambi i Paesi esponenti del governo e delle opposizioni, mantenendo l’equidistanza che da sempre ci caratterizza. In particolare, sul Venezuela non ho mai mancato di esprimere le mie riserve su alcune posizioni assunte dal governo Maduro (vedi qui). Con lo scoppiare delle proteste abbiamo diffuso un comunicato in cui chiedevamo la cessione immediata di ogni violenza, invitando le parti ad aprire un dialogo pacifico e trasparente, perché la sola vittima di questo caos è il popolo venezuelano.
Ebbene, le seguenti posizioni (che riguardano, tra gli altri, i principali temi trattati di recente dalla stampa) rappresentano la linea ufficiale del M5S contenuta in un programma condiviso e votato da tutti i nostri sostenitori.
Chi si diletta a dipingere un MoVimento spaccato o diviso resterà deluso. Così come resterà deluso chi crede di poter attaccare me per colpire il M5S. Siamo una forza compatta, che guarda ai fatti di politica internazionale con consapevolezza e coerenza.
Noi andiamo avanti per la nostra strada, convinti che più ci avvinceremo alle elezioni più gli attacchi aumenteranno. L’unico ridimensionamento in corso è quello della nostra attenzione verso le falsità di alcuni giornalisti il cui gioco è ormai così palese da non far paura più a nessuno.