Oggi affrontiamo il primo tema del programma Turismo. La settimana prossima si terrà la votazione.
di Romano Toppan, Docente, esperto di Turismo
Il Turismo è uno degli elementi di competitività assolutamente più ricca di prospettive che il nostro Paese abbia. Purtroppo le priorità che i nostri Governi hanno dato alle loro strategie non hanno consentito al Turismo di assumere il ruolo che esso meritava.
Un segno di questa mancanza di sensibilità strategica sta anche nel fatto che del Turismo hanno abolito il Ministero.
Perché il Turismo è importante?
Il Turismo è importante perché è un’economia, come si dice in gergo tecnico, labour intensive, cioè che crea molti posti di lavoro. Mi ha sempre colpito quello che ho sentito una volta in un convegno in Spagna: 1 miliardo di euro investiti nell’Industria per esempio o nell’acciaio è capace di creare 300 posti lavoro. La stessa cifra investita nel Turismo ne crea 12’500. Voglio dire che il Turismo dimostra di essere un’economia a larga diffusione di impiego e anche a larga diffusione di ricchezza. Perché uno dei nostri problemi oggi più gravi è la concentrazione della ricchezza, l’inuguaglianza. L’Italia, negli studi che mi è capitato di fare anche con l’Unesco, il Consiglio dell’Europa, l’Italia è il Paese che ha un maggior numero di beni e di attrattori culturali e paesaggistici del mondo.
Il secondo Paese in questa classifica è la Francia. E il rapporto che c’è fra l’Italia e la Francia è di 7 a 1. Se il Ministero assumesse il ruolo di regista di una risorsa così capillare così immensa, sarebbe veramente un motore di sviluppo e di occupazione e di ricchezza incredibile.
I beni culturali sono ovviamente l’attrattore fondamentale, infatti se uno va a guardare quali sono le motivazioni principali che spingono le persone di tutto il mondo, anche di altre culture molto lontane dalla nostra, a venire in Italia, ovviamente la cultura svolge il ruolo prioritario. Poi accanto ai beni culturali, giustamente, vi è anche in soccorso di questa grande strategia di ricchezza nazionale, quelle che vengono chiamate con una definizione sintetica le industrie creative. Tutto ciò che fa sì che gli oggetti che si fanno in Italia sono legati al mondo della manifattura, in realtà in Italia acquista più un valore di mentefattura, perché negli oggetti, nella gastronomia italiana, nei vini italiani c’è qualcosa che si riferisce più a valori intangibili che non a valori tangibili.
Tra gli indicatori che normalmente gli osservatori e i grandi studi come l’Organizzazione mondiale del Turismo e il World Economic Forum danno per interpretare che posizione ha il Turismo nella politica di uno Stato, c’è anche la priorità che quello Stato dà al Turismo rispetto a tutte le altre strategie che persegue. Da questo punto di vista occorre ammettere, almeno secondo il World Ecnomic Forum, che l’Italia è in una posizione non molto buona nelle priorità perché occupa un posto su 141 Paesi studiati intorno all’80esimo. Questo significa che ha prima di lei 80 (correzione circa 70) Paesi nel mondo che pur avendo infinitamente meno dell’Italia come attrattore, però il Governo, le strategie politiche del nostro Paese non danno al Turismo una priorità che possa essere corrispondente o equivalente al peso specifico che ha o che potrebbe avere nella nostra economia. Le cose della filiera vanno invece abbastanza bene laddove le priorità del Turismo le gestiscono i privati.
L’Italia è in una buona posizione nella qualità dell’ospitalità alberghiera, è in una buona posizione nel trattamento delle acque per gli enti locali, è in una buona posizione nella capacità di investire dei privati. Non è così buoni in tutti quegli indicatori che sono legati più specificamente alla politica. Conclusione di tutto quello che abbiamo presentato: noi dobbiamo assolutamente restituire al Turismo un ruolo, una posizione importante, all’interno di quel team che viene formato quando si crea un Governo.
Restituire quindi al Turismo un Ministero, ovviamente si tratta anche di istituire una eccellente cabina di regia di tutte le altre Istituzioni locali e regionali che oggi vanno ognuna per conto suo, creando una confusione enorme. Ne parlo per esperienza diretta perché io sono stato responsabile del Turismo di una regione per un’intera legislatura, debbo dire che questa confusione non può più continuare. Il Ministero deve avere un ruolo forte, assertivo e deve esercitare una leadership veramente convincente e competente.
In conclusione se d’accordo l’istituzione di un Ministero del Turismo che coordini insieme a tutti gli altri organismi regionali e locali che si occupano di questo settore? Si o no?