di Beppe Grillo
Neppure Pilato se ne lavò le mani in questo modo. Charlie Gard non è clinicamente morto, i suoi genitori non desiderano che siano spente le macchine che lo tengono in vita, addirittura se ne andranno via! Un viaggio di coraggio e di speranza: una musica che trova orecchie da mercante in questa europetta insipida e senz’anima.
La corte europea per i diritti dell’uomo ha sentenziato: ciò che hanno deciso i tribunali inglesi riguardo la sospensione dei trattamenti per mantenere in vita il Piccolo Charlie Gard va bene così. Non è entrata nel merito la corte europea. Si è comportata come una corte di cassazione: non è più un processo al fatto in se, ma piuttosto alla forma dei gradì di giudizio precedenti.
E’ incredibile, significa che tutta la UE non ha da dire nulla, in più oppure in meno, riguardo una questione così atrocemente fondamentale.
L’ultimo grado di giudizio è fondamentale, serve a stabilire la presenza o meno di errori procedurali dei due gradi di giudizio precedenti, ed eventualmente fare in modo che siano corretti. Ciò avviene nel contesto della catena giudiziaria dello stesso paese, lo stesso terreno culturale ed etico, quindi nell’implicito rispetto della sovranità etica e morale di quella società, forse senza omettere di considerare il credo. Una comunità di stati, ognuno con il suo patrimonio di vittorie e sconfitte nei confronti delle sfide dell’esistenza dovrebbe avere un’altitudine morale maggiore di ognuno preso singolarmente. Dovrebbe
forse è una parola grossa, diciamo pure che “potrebbe”.
Avere la risposta in tasca per situazioni come queste è arrogante in ogni caso, ma la vita va salvaguardata senza dubbio. Per altro una malattia che distrugge i microscopici polmoni che stanno dentro le cellule (i mitocondri) progressivamente e senza eccezioni note è una specie di incubo solido! Un orrore che condanna a morte certa un bellissimo bimbo.
Mi chiedo: la speranza che cosa è? Si può negarla? E’ chiaro che la speranza è una delle forze della natura più travolgenti in assoluto. Per quanto vana o rischiosa nella sua attuazione la speranza non sente ragione. Siamo noi, è l’uomo ad essere fatto in questo modo. E’ stupefacente come la speranza di vincere al gioco venga fomentata e rinforzata dalla pubblicità di tutti i governi mentre quella che il proprio bimbo sopravviva possa essere soppressa così, con qualche tratterello di penna. E’ così che funzioniamo? Quale sarebbe la differenza che questa palla al piede morale, la UE, è in grado di aggiungere in una simile situazione: neppure un tentativo di conciliazione come fece Pilato, in sostanza la corte dei diritti dell’uomo di strasburgo ha detto “sono cazzi loro” questioni interne degli UK.
La speranza è vissuta nell’intimità di una dimensione assolutamente soggettiva, il piccolo non è in morte cerebrale, i suoi genitori chiedono che vengano semplicemente proseguite le terapie di sostegno vitale mentre si preparano a togliere il disturbo per correre negli USA, grazie ad una colletta record (da 1,3 milioni di sterline). Tantissimi cittadini britannici hanno accordato una fiducia a quella speranza, con un appoggio economico! Neppure da quella campana ci sentono i nostri spettrali banchieri della UE?
Non so quanto la terapia sperimentale americana (un paese dove tutto è già e solo moneta) sia valida oppure no. Può darsi che dare speranza a questi genitori disperati rappresenti un ulteriore atto di cinismo, oppure no. E’ una malattia rara, questo confonde ancora di più le cose, non c’è nulla di più abbordabile per i bufalari di una malattia rara, mortale, che colpisce i bambini. Roba che risveglia gli sciacalli. Però noi questo noi non lo sappiamo stabilire, mentre i genitori non vogliono imporre al servizio sanitario della regina di insistere ad oltranza (ed a spese del contribuente). Sono pronti, insieme a molti altri cittadini, ad imbarcarsi in un’assoluta incognita, ad esporsi ad altre pene.
Qualcuno chiese a John Glenn, il primo statunitense a entrare in orbita attorno alla Terra, che cosa avesse provato a starsene sull’Apollo durante il conto alla rovescia, lui rispose: “ come uno che stava per lanciarsi nello spazio su due milioni di singoli pezzi, tutti fabbricati da fornitori che avevano vinto gare d’appalto al massimo ribasso ”. Quanto coraggio ci vuole per salire su un mostro alto più di cento metri e farsi sparare nelllo spazio per andare e tornare dalla luna per la prima volta? Erano quasi solo calcoli, ma c’era una forza che accompagnava il coraggio, la speranza di farcela, l’ambizione. Questo è il lato più nobile dell’uomo.
C’è un modo di dire che amo tantissimo: “non esistono atei in trincea” soltanto che in questa storia la trincea riguarda solo il Papà e la Mamma del piccolo . Mentre la Corte europea e la UE nel suo insieme assomiglia sempre di più al pubblico NON PAGANTE di un circo romano, dove dei disgraziati lottavano sperando di sopravvivere, ancora un po’.
Lui non è clinicamente morto, neppure i suoi genitori desiderano che siano spente le macchine, addirittura se ne andranno via per un viaggio di coraggio e di speranza: una musica che trova orecchie da mercante in questa europa sempre più insipidamente senz’anima