di Stefano Sylos Labini, geologo e ricercatore presso l’ENEA
Parlerò dello sviluppo economico. Oggi noi dobbiamo superare il modello che si è affermato negli ultimi due secoli, basato sul petrolio, sulle macchine a benzina e sulle materie plastiche. Dobbiamo andare quindi verso un’economia ecologica, alimentata dalle fonti rinnovabili e con prodotti a basso impatto ambientale. Questo significa cambiare realmente il modello di sviluppo, e andare verso un’economia della conoscenza, della sostituzione e dell’efficienza. Quindi significa puntare sulla qualità, e non sulla quantità come avvenuto fino a questo momento.
Questo è un obiettivo strategico che il nostro Paese si deve porre, specialmente se consideriamo che, per esempio, abbiamo una altissima dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili. In una situazione internazionale con tensioni crescenti questo è un grosso rischio, che ci rende molto vulnerabili. Noi dobbiamo aumentare la nostra indipendenza e quindi sviluppare tutto il settore delle energie rinnovabili, e questo richiederà grandi investimenti, e le imprese a partecipazione pubblica possono svolgere un ruolo molto importante. Perché oggi diciamo che queste imprese vengono viste puramente in un’ottica finanziaria, cioè quello che interessa sono i profitti e i dividendi versati al ministero dell’economia. Invece queste imprese devono essere utilizzate proprio come motore di sviluppo, di investimenti nel nostro paese, quindi lo Stato deve svolgere il suo ruolo di azionista di riferimento e dare quegli indirizzi di politica energetica e industriale e della ricerca proprio per far muovere la nostra economia verso un’economia più ecologica e meno dipendente dai combustibili fossili.
Quindi noi dobbiamo potenziare le spese in ricerca e sviluppo; queste imprese a partecipazione statale come l’Eni, l’Enel, Fincantieri, Saipem, Snam, Terna, che gestisce la rete elettrica, Ansaldo Energia, Italgas, noi abbiamo ancora per fortuna una serie di imprese che non sono state vendute e privatizzate, e questo è un patrimonio veramente importante che noi dobbiamo utilizzare proprio in altro modo. E queste imprese possono essere un motore di innovazione, lanciando dei progetti, perché il cambiamento avviene attraverso la sperimentazione, e noi dobbiamo lanciare i progetti dimostrativi, proprio per superare l’era dei combustibili fossili. E quindi queste imprese possono coinvolgere le università e i centri di ricerca pubblici, che possono dare un contributo importante se sono parte di un sistema di innovazione nazionale. E poi queste imprese possono dare una forte spinta allo sviluppo del Mezzogiorno, all’utilizzo dei fondi europei, perché il Mezzogiorno è un’area in ritardo di sviluppo ma ha grandi potenzialità, specialmente nel settore di questa cosiddetta “green economy”, dove ci sono per esempio tutto il settore dei nuovi materiali biologici, biodegradabili, le bioplastiche.
Noi dobbiamo superare queste materie plastiche, che praticamente sono indistruttibili, e creano un inquinamento enorme. E in questo discorso, diciamo di energia, e quindi ambiente, riduzione delle emissioni inquinanti, che non solo è indispensabile a migliorare la qualità della vita dei cittadini italiani, ma è anche importante questo discorso per tutto l’aspetto del turismo, perché noi, il nostro paese è un monopolio mondiale; noi abbiamo un patrimonio artistico-culturale immenso, delle risorse naturali uniche al mondo, e quindi migliorando la qualità dell’ambiente, noi possiamo potenziare proprio l’attrazione turistica, che è anche quello un punto di forza che può generare ricchezza e quindi può far crescere l’economia, può generare posti di lavoro.
Quindi in tutto questo discorso qui, di energia, ambiente, ricerca e sviluppo e nuovi investimenti, per esempio una possibilità che secondo me noi dovremmo provare a sperimentare, sono queste centrali eoliche off-shore, nel mare, perché il vento sta in mare, ci sono adesso queste piattaforme galleggianti che ci possono permettere di piazzare le turbine eoliche a grande distanza dalla costa. Quindi serve sperimentazione; è chiaro, a volte i progetti possono anche non riuscire, però noi dobbiamo aumentare le spese in ricerca e sviluppo, gli investimenti in innovazione, e questo ci può consentire realmente di cambiare un modello di sviluppo che ormai è superato, è inquinante, non genera posti di lavoro e crea tutta una serie di problemi di inquinamento e quindi noi abbiamo delle grandi possibilità, e le imprese a partecipazione statale che ho nominato prima, dovrebbero proprio essere utilizzate in un discorso di sviluppo e programmazione strategica per raggiungere obiettivi di interesse nazionale che possono veramente dare una spinta alla sviluppo del nostro Paese.