di Eleonora Evi, EFDD – M5S Europa
Volkswagen richiama i veicoli per aggiornare il software illegale, dicendo che l’auto così riparata rispetta i limiti dell’omologazione. È davvero così? Sono sempre di più i test e le notizie che dimostrano il contrario, le auto continuano ad inquinare oltre i limiti. I consumatori sono ingannati due volte? La Commissione nei giorni scorsi, insieme alle autorità per la tutela dei consumatori, ha scritto a Volkswagen per chiederle di riparare tutti i veicoli interessati entro la fine dell’anno, cosi come aveva promesso. Ho la sensazione che si tratti dell’ennesima azione di facciata.
Penso sia chiaro a tutti che l’inganno non si risolverà con dei semplici aggiornamenti delle centraline. Perché il problema, oltre che abbastanza ovvio dal punto di vista tecnico, è anzitutto politico. E non riguarda una sola casa automobilistica, bensì 35 milioni di veicoli diesel sporchi in giro per l’Europa.
La commissione d’inchiesta ha appurato che c’è stata una frode, ovvero: Commissione europea e Stati membri hanno consentito l’omologazione di veicoli che superavano abbondantemente i limiti emissivi. Malgrado ci fossero già le tecnologie adatte all’abbattimento delle stesse emissioni. Frode e lucro.
Inoltre, si è consentito alle industrie una proroga ingiustificata ai limiti in vigore dal 2015, legalizzando emissioni del 110% in più fino al 2020. Ad oggi non abbiamo raggiunto alcun risultato concreto. D’altronde siamo abituati all’immobilismo dell’UE di fronte alle grandi multinazionali.
Nel mentre le vendite di Volkswagen sono cresciute del 16%. Ora, io non sono un’esperta di questione economiche, ma mi sembra chiaro che la schizofrenia e l’immobilismo delle istituzioni europee abbiano paradossalmente rafforzato VW. Perché in Europa vince sempre e solo il più forte. Altro che “Unione del diritto” (giusto per citare le parole di Juncker), il Diselgate, oggi, è la dimostrazione che questa Europa è l’Unione dell’ipocrisia.