di Roberta Lombardi
Non voglio entrare nei meriti del nuovo caso giudiziario che sembrerebbe coinvolgere il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, perché innanzitutto non è mia competenza farlo e perché sarà la Procura di Roma a valutare se vi sono gli elementi per aprire un’altra indagine nei suoi confronti, dopo quella (archiviata) che lo vide già coinvolto in “Mafia Capitale” per corruzione e turbativa d’asta. Ma sì, ritengo invece importante rilevare in questo caso un vulnus di natura politica, che riguarda il principio di etica e trasparenza che ogni rappresentante dei cittadini dovrebbe seguire con costanza, sempre.
A mio modo di vedere il punto politicamente cruciale, stando ai fatti, è che Zingaretti quel principio lo ha violato, più di una volta, avvalendosi della facoltà di non rispondere davanti ai giudici, come evidenziato dagli stessi magistrati nella sentenza, salvo trovarsi poi costretto a rispondere in un secondo momento, dando una versione dei fatti che ora è anche al vaglio della Procura perché considerata dal Tribunale di Roma non convincente.
Per Zingaretti ho dunque una domanda, una semplice domanda: perché si rifiutò di rispondere ai giudici che lo volevano interrogare durante l’inchiesta Mondo di Mezzo? Era una sua facoltà in termini di legge, ma se era così certo di essere estraneo ad ogni coinvolgimento, allora perché scelse il silenzio, complicando peraltro il lavoro della magistratura in un momento delicatissimo per Roma e per il Lazio?
Ricordo bene il suo slogan nella scorsa campagna elettorale “Immagina, una Regione trasparente perché non ha niente da nascondere”. Poi i fatti, tuttavia, ci hanno mostrato e ci stanno mostrando qualcos’altro…
Noi intanto continuiamo a lavorare sodo, nei prossimi giorni chiuderò gli incontri con i nostri portavoce sui territori delle province laziali. Stiamo affrontando temi importantissimi come la sanità e il lavoro e stiamo studiando una riorganizzazione della struttura regionale che sia volta a combattere la corruzione e a garantire trasparenza e legalità.
Stiamo scrivendo una bella storia e ne siamo orgogliosi. #LaNostraRegioneDiVita