di Davide Casaleggio e Enrica Sabatini, dal Brasile
In questi giorni brasiliani abbiamo incontrato diverse persone. Una di queste ci ha colpito molto: si chiama Márlon Reis ed è un ex magistrato. Negli scorsi anni è stato protagonista di una campagna nata dal basso molto simile a quelle che abbiamo conosciuto in Italia. Reis è stato infatti il principale promotore della proposta di legge di iniziativa popolare ficha limpa’, ovvero fedina penale pulita per chi si candida e che poi è stata approvata da Parlamento. Negli anni in cui in Brasile raccoglievano le firme per ficha limpa, il MoVimento 5 stelle faceva lo stesso in Italia per Parlamento pulito”. Oggi il suo movimento chiamato “Mudamos” (“Cambiamo”) utilizza strumenti di partecipazione online per promuovere iniziative in Rete. Così con Reis abbiamo parlato di come le spinte popolari in tutto il mondo nascono da esigenze simili e trovano uno spazio politico grazie a strumenti di partecipazione che partono dal web. Ascoltate la nostra intervista-racconto.
Davide Casaleggio: Questo video è per l’Italia, per far capire agli italiani cosa è successo in Brasile. Prima abbiamo discusso che nel 2007 in Brasile, hai presentato una legge fatta dai cittadini con con quasi 2 milioni di firme per un Parlamento pulito e si è riuscito a gestire e a far approvare la legge in 36 giorni.
Marlon Reis: La proposta di legge di iniziativa popolare, “ficha limba”, che tradotto in inglese significa “incensurati”. Abbiamo ottenuto quasi 2 milioni di firme, con 2 anni di mobilitazione sociale attraverso il paese, ma il Parlamento ha ricevuto con molta energia, l’energia della strada, l’energia di questa mobilitazione che abbiamo avuto l’opportunità di condurre. E’ stato un grande momento per noi qui in Brasile, è stato veramente un momento di energia sociale, c’era tantissima energia sociale anche in parlamento per cercare di far approvare quella legge e alla fine abbiamo avuto successo.
D.C.: Congratulazioni, e cosa è successo dopo che la legge è stata approvata? Cosa è successo alle persone che lavorano in Parlamento?
M.R.: Beh, più o meno 1500 politici non hanno ottenuto la registrazione come candidati dal 2010, l’anno in cui la legge è stata finalmente approvata, ma per me la questione principale è l’ambiente neutro che abbiamo aperto con questo movimento, perché non è solo una questione di cambiare una la legge, ma è l’introduzione di una nuova discussione politica in Brasile. Fino a quel momento la biografia dei candidati non è mai stata sufficientemente esplorata dal movimento ma adesso abbiamo un nuovo ambiente elettorale, dove le persone possono parlare del passato personale e della biografia dei candidati.
D.C.: Da quando la legge è stata approva ad oggi quanti parlamentari ha sono passati al livello successivo?
M.R.: Parlando al livello federale non molti, forse 20 parlamentari federali non sono tornati in parlamento a causa dell’approvazione di questa stessa legge.
D.C.: Prima mi dicevi che eri un giudice, perché hai deciso di non esserlo più?
M.R.: A causa della libertà, specialmente la libertà di parola. Penso che il mio tempo nella magistratura sia finito. Ora voglio perseguire diversi obiettivi nella mia vita, penso che il prossimo anno mi presenterò come un candidato nel mio stato.
D.C.: Quindi all’interno di Mudamos! Come ti presenterai?
M.R.: No Mudamos è legato solo alla proposta di legge di iniziativa. Voglio presentarmi come un comune candidato e cercare di convincere la gente a votare per me come governatore dello stato di Tocantis, uno dei luoghi più belli del mondo.
D.C.: Complimenti! Prima parlavi di come l’uso dei social media abbia permesso a Modamos e alla tua iniziativa personale di entrare in contatto con la popolazione. Quanto hanno fatto i social media e quanto la rete ti ha aiutato per arrivare ai tuoi obiettivi?
M.R.: Stai parlando del passato?
D.C.: Sì!
M.R.: È stato molto importante l’uso della rete per la mobilitazione, abbiamo avuto un incredibile supporto delle persone comuni che hanno pressato il Parlamento per avere una risposta al nostro movimento iniziale. Il sostegno delle persone che hanno utilizzano i social network è stato molto necessario e importante per i risultati che abbiamo ottenuto.
D.C.: E i mass media vi hanno aiutano durante la vostra battaglia?
M.R.: Sì, ma solo…
D.C.: Dopo il successo?
M.R.: Sì, dopo la conquista dell’opinione pubblica, i mass media sono venuti a parlare con noi. Ma solo in un secondo momento, non inizialmente.
D.C.: Ok. Questo accade spesso anche in Italia. Prima parlavi di come questa struttura di Mudamos sia una struttura aperta così da permettere alle persone di collaborare, ma non c’è nessun controllo diretto su come le persone stanno contribuendo. E mi parlavi anche della tua protezione personale, che hai avuto bisogno di andare in giro con una giacca antiproiettile. Questo è un grosso problema e come Mudamos ha resistito a questi tipi di attacchi?
M.R.: Stiamo cercando di creare una nuova tecnologia sociale. Troveremo un sacco di nuovi problemi e circostanze che cercheremo di risolvere. Penso che la tecnologia ha un ambiente per la democrazia e una protezione che non avevamo in passato. Nell’esempio che hai fatto ho dovuto proteggermi perché sono minacciato a causa del mio comportamento personale e penso che utilizzando la tecnologia le persone possono essere protette in modo più efficiente in questo tipo di circostanze.
D.C.: Allora quale sarà il futuro di Mudamos?
M.R.: Spero che in pochi anni ci siano milioni e milioni di utenti che utilizzeranno Mudamos. Come un ambiente per l’esercizio della democrazia, come azione giornaliera o oraria. Controllare un nuovo progetto di legge una nuova proposta e decidere “WOW questa è un’idea che approvo” e poi con un solo gesto per firmarla, cosi in un secondo con la firma digitale. Penso che sia assolutamente possibile, e questo è quello che voglio in futuro per Mudamos.
D.C.: Grandioso, ti ringrazio molto e che spero saremo in grado di aiutarvi con Rousseau o con altre strutture che metteremo su.
M.R.: Sarebbe fantastico! Grazie!