No ai piani calati dall’alto. La proposta della Commissione europea per il Piano pluriennale per la gestione degli stock di piccoli pelagici nell’Adriatico rischia di avere un forte impatto negativo sulle piccole e medie imprese all’ingrosso o al dettaglio che in Italia rappresentano circa l’80% del sistema produttivo. Il piano della Commissione deve essere ritirato e modificato. Il gruppo Efdd – MoVimento 5 Stelle con Rosa D’Amato sta combattendo per coinvolgere il più possibile gli operatori del settore e la comunità scientifica. Il loro parere – emerso durante un workshop al Parlamento europeo – è fortemente critico.
Limitare il diritto di pesca dei operatori italiani equivale a concedere nuove quote di importazione al pesce extraeuropeo. Nell’adottare un piano di gestione, è necessario applicare meccanismi di regolamentazione dello sforzo di pesca che garantiscano la conservazione di un quantitativo adeguato di ciascuna specie in termini di biomassa e non solo di mortalità. Questo comporta, nel momento in cui viene regolamentato lo sforzo di pesca, che ci siano meno politica e giochi di potere e più scienza e valutazioni di impatto all’interno dei processi decisionali. La tutela del nostro patrimonio ittico è una priorità assoluta. Ma lo è anche garantire che le regole Ue non mettano a repentaglio imprese e posti di lavoro.