di Danilo Toninelli
Stamattina su Twitter ho tirato fuori una parte delle lettere e delle diffide che Aiscat o alcuni grossi concessionari da essa rappresentati hanno mandato nei mesi scorsi al mio ministero per dissuaderlo “cortesemente” dal rendere pubblici tutti gli allegati delle convenzioni autostradali, quelli davvero importanti, quelli con “la ciccia” del bottino ai gestori.
Lasciamo perdere le reazioni flebili e disperate di un’opposizione politica ormai alla frutta. Vorrei però precisare, rispondendo a certa stampa, che nessuno ha mai parlato di lettere dedicate al tema sicurezza, ma ci siamo appunto riferiti, sempre, ai dati del Piano finanziario e dunque ai soldi. Il profitto ad ogni costo, d’altronde, è quello che interessa a questa gente e ciò si riverbera poi sul tema investimenti e sicurezza.
Ai fini giuristi, per esempio quelli di Repubblica e Corriere, che questionano sottilmente sulle date della diffida di Aiscat o della lettera di Autostrade, mi limito a dire che la diffida rimane in vita finché non cambia l’oggetto della diffida stessa, cioè la scandalosa convezione a favore di Autostrade. Quindi anche un bambino capirebbe che valeva sia prima del mio arrivo al ministero sia dopo, e cioè fino ad oggi. Una pressione a non pubblicare che continuava a produrre i suoi effetti.
La vera notizia, dunque, non è la data della diffida, ma il fatto che il sottoscritto abbia pubblicato ciò che nessuno prima aveva mai tirato fuori.
Ringrazio chi mi dice di aver avuto coraggio, in realtà ho semplicemente fatto il mio dovere.