di Paola Taverna
Una promessa è una promessa. E adesso ci aspettiamo che quella fatta dalla presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati al nostro capogruppo, Stefano Patuanelli, diventi realtà. Anche al Senato dobbiamo abolire i vitalizi. E dobbiamo farlo subito, senza perdere altro tempo.
Cosa è successo infatti in questi mesi? Mentre l’Ufficio di Presidenza della Camera si riuniva chiudendo in brevissimo tempo l’annosa questione dei ricchi assegni degli ex deputati, molto spesso sproporzionati rispetto ai contributi realmente versati, Palazzo Madama prendeva – per non dire perdeva – tempo. Il Consiglio di Presidenza si è riunito una sola volta per parlare di vitalizi, scegliendo di dare vita ad una serie di approfondimenti e passaggi intermedi, a nostro modo di vedere superflui visto che la delibera presentata dal presidente Fico a Montecitorio può essere replicata anche al Senato. Hanno richiesto il parere del Consiglio di Stato? Ebbene, il 3 agosto questo è arrivato dando un messaggio chiaro: i vitalizi si possono tagliare. Altro che ‘diritti acquisiti’, come Lorsignori continuano ancora oggi a ripetere.
Adesso manca solo l’ultimo miglio: l’audizione del presidente dell’Inps, Boeri. Con lui si dovranno definire i coefficienti per tagliare le ricche prebende degli ex inquilini di Palazzo Madama, che diventeranno normali pensioni calcolate con il metodo contributivo. Come i comuni mortali.
Una volta sentito Boeri, non potremo fare altro che discutere e approvare la delibera che manderà in pensione i vitalizi. Finalmente, dopo anni di ammuina e giochi di Palazzo, come la messa in scena del Pd nella scorsa legislatura con la proposta di legge del renzianissimo Richetti, dalle parole si passa ai fatti. Se sei stato qualche giorno o qualche anno in Parlamento, ti spetta un trattamento proporzionato a quello che hai versato.
Ogni anno recuperiamo milioni di euro da destinare a chi in questi anni si è visto aumentare le tasse e ridurre le pensioni. Per noi questa è equità sociale.