di Gianluigi Paragone
Processo agli economisti non è soltanto una provocazione affascinate ma è anche il titolo di un libro che rileggo spesso. E’ un libro di Roberto Petrini del 2009, pochi mesi dopo il drammatico collasso del sistema bancario americano la cui immagine più rappresentativa coincise con il fallimento di Lehman Brothers.
Era il 15 settembre del 2008, dieci anni fa, quando il mondo ripose le false illusioni delle scatole magiche speculative dentro gli scatoloni veri di impiegati, agenti, broker della famosa banca d’affari americana senza più lavoro e stipendio. Il giorno precedente, cioè il 14 settembre, Bank of America salvava dal default Merril Lynch, altra banca d’affari blasonata; e il 17 settembre lo stesso accadeva per la compagnia assicurativa Aig, nella cui pancia c’erano più scommesse finanziarie che contratti d’assicurazione come li intendiamo noi comuni mortali.
Da quel momento in avanti toccò agli Stati, cioè alle vecchie casse pubbliche, eliminare le macerie di quei collassi finanziari cacciando tanti, tanti e ancora tanti soldi pubblici. Soldi pubblici alla banche, qualche processo ai farabutti, molte chiacchiere in libertà e poco altro visto che dieci anni dopo la finanza gioca la stessa superba, presuntuosa, grande scommessa, sulla pelle di cittadini ormai drogati.
Dieci anni dopo vale la pena rileggere le dichiarazioni che poche settimane prima dello scoppio i grandi esperti di economia e di finanza andavano in giro a dire. Sono nero su bianco su quel libro citato in apertura, Processo agli economisti: “Agosto 2008. Le cinque banche d’affari, JPMorgan, Lehman Brothers, Morgan Stanley, Goldman Sachs e Merril Lynch, ancora fanno previsioni di crescita del Pil Usa per il 2009 tra lo 0,5 e il 2,1 per cento”.
Per essere chiari: poche settimane prima dello tsunami i protagonisti del gioco (di cui due sarebbero zompati per aria: evidentemente i conti non erano così in ordine) facevano previsioni di crescita del pil americano. In barba alle loro previsioni, alle loro stime da Mago Otelma, il 5 settembre usciva il dato ufficiale della disoccupazione agosto 2008: dal 5,1 passava al 6,1%. Eppure tutti suonavano e ballavano sul Titanic: il centro studi della General Motors diffondeva un documento dove si stimava la crescita dell’economia statunitense all’1,8%. Negli stessi giorni (21 agosto 2008) Allen Sinai, uno dei più famosi e ascoltati guru dell’economia americana, dopo aver preannunciato l’imminente “crollo di una istituzione finanziaria di primissimo livello” (forse pensava alla Merrill…), garantiva per Lehman Brothers: no problems “la banca è solida”. Così solida da fallire tre settimane dopo. E con lei, tutte le previsioni, le stime e le lezioni di economisti e analisti finanziari. Gli stessi che non hanno mai smesso di salire in cattedra e dar lezioni. Ogni tanto ricordare vecchi anniversari conviene.