Di seguito l’intervista che ho rilasciato al quotidiano El Paìs
Luigi Di Maio, Vicepresidente dell’esecutivo italiano e leader del MoVimento 5 Stelle, apre la porta al dialogo con l’Europa, ma senza toccare i punti cardine della Legge di Bilancio.
Luigi Di Maio (Avellino 1986) è Ministro del Lavoro e leader del partito più votato alle ultime elezioni, il MoVimento 5 Stelle. Ha 32 anni ed è alla sua prima esperienza al governo del Paese. Però il suo indiscusso intuito politico lo ha trasformato in uno dei due pilastri sui quali si poggia il governo italiano, in uno dei momenti più convulsi degli ultimi tempi. Mentre la Commissione ha aperto una procedura inedita di infrazione nei confronti dell’Italia per la Legge di Bilancio espansiva che ha sottoscritto insieme al suo collega viceministro Matteo Salvini, riceve El Paìs nel suo ufficio del Ministero del Lavoro in via Veneto a Roma. Inizia la fase difficile, ma Di Maio sembra tranquillo e assicura che non si toccheranno i punti qualificanti della Legge di Bilancio italiana che tanto preoccupa Bruxelles. I prossimi giorni saranno cruciali per il Paese e per le due forze che lo governano.
La Commissione Europea ha avviato una procedura di infrazione sull’Italia di portata storica. Fino a dove arriverà questo muro contro muro?
Non lo abbiamo vissuto come un muro contro muro. Ma l’opinione pubblica italiana non capirà come mai potrà essere attivata una procedura di questo tipo contro una Legge di Bilancio che, tra le altre cose, mette in salvo cinque milioni di persone senza lavoro e risarcisce tutti i truffati dalle banche; una legge che aiuterà le imprese con la Flat Tax. La Spagna, per esempio, ha raggiunto un anno l’11% di deficit; vi sono stati tempi in cui sono state fatte leggi di bilancio espansive e anche la Francia ha superato questi parametri. La Germania sfora il parametro sul surplus commerciale ma la procedura di infrazione si fa contro il governo italiano.
Perché crede che vadano contro Italia?
Dipende dalla natura politica di questo governo. Dal fatto di trovarci in un momento storico dove alcune forze politiche non sopravvivranno alle elezioni europee: i cittadini daranno un segnale di cambiamento a tutto l’establishment europeo a maggio. Se vogliono attivare una procedura di infrazione, hanno diritto di farlo. Ma noi non possiamo rinunciare alle misure proposte.
E come pensate farlo?
Voglio dialogare con l’UE in termini di tagli agli sprechi, di aumento della vendita di immobili e attivi dell’Amministrazione Pubblica, inserire clausole per garantire che non supereremo il 2,4% di deficit. Però deve essere chiaro che in Italia non ci sarà un’altra macelleria sociale. Gli italiani sono passati negli ultimi 10 anni per riforme del lavoro, aumento dell’Iva, riforma delle pensioni, aumento delle tassazioni per le imprese…e tutti i politici ci dicevano che erano misure che ci chiedeva l’Europa. Io credo in una Unione Europea solidale che porta avanti i suoi principi, però la macelleria sociale che ci stanno chiedendo non è possibile. Dialogheremo senza rinunciare ai diritti degli italiani.
Il suo problema non sembra essere solo la Commissione, le agenzie di rating, o il FMI. I mercati hanno fatto salire lo spread fino a 333 questa settimana.
Siamo attenti ai mercati. Non posso negare di essere preoccupato, perché lo sono. Ma analizziamo la situazione con attenzione: c’è grande paura per la possibilità che Italia esca dall’euro o dall’UE. E io assicuro che non sarà così. E’ anche ovvio che le tensioni che Bruxelles alimenta non aiutano lo spread. La cosa importante è sapere che la legge di bilancio verrà approvata dal Parlamento: a quel punto i mercati si calmeranno.
Allora state lasciando dei margini a modifiche importanti in Parlamento?
Nessuna potrà riguardare i punti cardine. Reddito di cittadinanza, 9 miliardi; legge sulle pensioni, 6.5 miliardi; truffati dalle banche, 1.5 miliardi; 1.2 miliardi per abbassare le tasse. I diritti non si toccano. Ma possiamo cercare nuovi ricavi. Il giorno dopo la formazione del governo abbiamo già cominciato a ricevere gli attacchi dei Commissari dell’UE. Non è facile pensare che possa essere una questione di merito e non di pregiudizio.
Il tono del governo, specialmente di Salvini, può aver portato qualche pregiudizio?
Il mio tono prima delle elezioni e quello di ora è lo stesso. E quello di Salvini, direi che è persino diminuito. Cambiare ciò che siamo sarebbe ipocrita e non appartiene alla natura delle nostre forze politiche. Tria e Conte hanno fatto più che una apertura, la lettera che abbiamo mandato a Bruxelles non dice “così o niente”. Dice, “siamo pronti a toccare una serie di punti che non sono quelli fondamentali”. Il tono è quello di sempre, ma è possibile che non piaccia come hanno votato gli italiani lo scorso 4 marzo. Fortunatamente sono gli italiani a decidere.
Una delle misure principali è quella di “superare” la legge sulle pensioni e ridurre l’età pensionabile. Come pensate di farlo in uno dei paesi dove cresce di più l’aspettativa di vita?
È un intervento compatibile con le risorse economiche che abbiamo. Se acceleriamo il processo per andare in pensione, liberiamo posti di lavoro per le nuove generazioni che entreranno nel mondo del lavoro pronte alle nuove tecnologie. E questo farà aumentare la produttività. So che è qualcosa di enorme, ma senza un nuovo meccanismo di pensionamento rimarremmo con persone a fine carriera che magari non hanno le caratteristiche professionali necessarie per questi cambiamenti.
Tito Boeri, Presidente dell’INPS, l’Organo che gestisce il pagamento delle pensioni, dice che la riforma è insostenibile e che voi lo sapete bene.
non le sfuggirà che Boeri è stato sempre molto polemico con questo governo. Io dico che non bisogna allarmarsi e che riusciremo a farla rispettando tutti i parametri di bilancio.
Anche il reddito di cittadinanza è stato molto criticato. Ma alla fine è diventato un sussidio di disoccupazione come già esiste in altri Paesi.
È stato sempre criticato. Non abbiamo mai voluto dare soldi alla gente senza fare niente. È una misura che interviene sulle persone che non hanno lavoro, per garantirgliene uno. Si fonda sul concetto del reddito di cittadinanza inglese e riprende il modello dell’Hartz IV tedesco. È un circolo che si andrà a chiudere con i posti di lavoro che ci saranno grazie alla riforma delle pensioni.
Il suo governo garantisce che non verrà superato il 2,4%di deficit attraverso una clausola di salvaguardia. Dove taglierete?
Non abbiamo ancora definito del tutto il taglio agli sprechi né attivato il piano di vendita degli immobili. Ma guardi, io credo che l’Italia dovrebbe essere trattata molto meglio, dai mercati e dall’UE. Questo è un Paese che da Maastricht in poi ha pagato 630 miliardi di euro d’interessi sul debito. Abbiamo sempre rispettato le regole e abbiamo fatto molte rinunce pur di adempiere ai nostri impegni. Abbiamo un debito pubblico elevato, ma il debito privato è inesistente. Un Paese come la Francia ha un debito complessivo più alto e più rischioso.
Crede che l’Italia sia stata maltrattata?
No. Quello che ho visto in questo periodo sono stati Commissari europei che non la pensano come noi e che alzano i toni: anche loro. E non mi scandalizzo. I commissari non vengono da Marte e siamo vicini alla campagna elettorale.
Quando arriveranno le sanzioni cosa farà l’Italia?
discuteremo ad oltranza e spiegheremo le nostre ragioni. Però ad un certo punto il popolo europeo si esprimerà di nuovo. E ciò ci consentirà di vedere se le politiche di austerità di questi anni hanno funzionato. La percezione del popolo italiano è che è inspiegabile sanzionare per la prima volta nella storia un governo che difende i suoi diritti. Gli farà percepire l’Europa più lontana.
Nel 2014 eravate contrari all’euro. Nel 2016 avevate detto che l’euro distruggeva l’economia del sud. Quest’anno lei garantisce che non uscirete dalla moneta unica. Che credibilità hanno le sue parole in questo momento?
Qualche anno fa le avrei detto che l’Europa è un monolite franco-tedesco inamovibile. Oggi le dico che siamo il governo con maggiore consenso in Europa e abbiamo più capacità di incidere nei processi dell’eurozona. Se la nostra linea è cambiata è perché sono cambiati i presupposti iniziali. Questo Stato ha un governo che dopo le europee avrà più interlocutori.
Uno Stato dove cresce il sentimento euroscettico.
Se l’UE aprirà una procedura di infrazione per difendere i suoi diritti è logico che aumenti.
Con chi vi presenterete alle prossime elezioni europee?
stiamo elaborando un manifesto che unirà diverse forze emergenti di tutta Europa per creare un nuovo gruppo fondato su alcuni obiettivi: le nuove tecnologie, il lavoro, il reddito di cittadinanza e l’ambiente. Presto si conosceranno i nomi.
Cita l’ambiente, ma i verdi non vogliono rapportarsi con voi per i vincoli che avete con Salvini.
Non deve pensare ai gruppi tradizionali. Si tratta di gruppi emergenti. Non posso fare nomi.
Servono 7 partiti da 7 Stati diversi.
Sono fiducioso. Si stanno creando le condizioni.
che partito spagnolo le piace?
tutti i vostri partiti sono di destra o di sinistra. Solo Ciudadanos potrebbe essere al di fuori di quello schema. Però si stanno alleando con Emanuel Macron.
Ha 32 anni e nessuna esperienza di gestione in un momento critico. Suppongo che noterà la pressione in questi momenti.
La mia età presuppone anche di vedere le cose da un altro punto di vista. È un privilegio, non un limite. Avere la visione di una persona che è cresciuta nel sud, nella terra dei fuochi, dove per anni ci sono stati problemi ambientali. In una delle aree con più disoccupazione del paese. Io non minimizzo mai la sofferenza di chi viene a trovarmi. So cosa significa per i giovani dovere emigrare per prosperare.
Poteva mai immaginarsi di governare insieme alla Lega, fondata sul disprezzo per il sud?
No. Nessuno poteva immaginarlo. Se me lo avessero chiesto 10 mesi fa, avrei sorriso. Però si tratta delle due forze politiche più votate alle elezioni e sono le uniche che hanno trattato temi che oggi si trovano nella Legge di Bilancio.
L’alleanza non è sterile? Voi avete cominciato come un movimento cittadino con una forte presenza dei gruppi di sinistra delusi. Oggi state con un partito di ultradestra. Come cambia l’identità del partito?
non dimentichi che il nostro elettorato è diviso in tre parti: una di destra, un’altra tendenzialmente di sinistra ed un’altra in mezzo che non si identifica con questi schemi. Inoltre, l’unico governo possibile era questo. Io proposi un contratto di governo al Pd e venne rifiutato. Il contratto con la Lega ci consente di portare avanti molti diritti sociali, ma siamo agli antipodi sui diritti civili. Con la Lega non abbiamo alleanze, il suo alleato nei territori è Berlusconi.
Sarebbe stato molto diverso un governo del MoVimento 5 Stelle senza la Lega?
Il 33% degli italiani ci ha dato il loro voto: con il 50% avremo governato da soli. Abbiamo dei compagni di viaggio con i quali non condividiamo tutto, ma il contratto avrà bisogno di 5 anni per essere realizzato e gli interventi fondamentali che stiamo portando avanti sarebbero gli stessi di un governo monocolore del MoVimento 5 Stelle.
Si sente a suo agio con la politica sull’immigrazione di Salvini?
Guardi, io affrontai il tema delle ONG nel 2017: prima di Salvini. Vi è stato un grande fraintendimento su questo punto, noi non siamo mai stati a favore di far arrivare tutti. Abbiamo chiesto di bloccare le partenze, di modificare il Regolamento di Dublino e abbiamo parlato di rimpatriare i migranti. Ci separa da Salvini l’approccio: il suo è più duro, il nostro non è ideologico.
Dalle ultime elezioni avete perso 7 punti nei sondaggi. La Lega vi ha superati. Crede che potrebbe essere per quell’approccio più duro ai temi?
La Lega cresce perché sta assorbendo tutti i voti di Berlusconi e Fratelli d’Italia. Cresce perché non stanno con Berlusconi, ma quando torneranno da lui perderanno parte del consenso. Ad una settimana delle elezioni i sondaggi ci davano al 27%. E poi abbiamo preso il 33%. In un clima di caccia alle streghe, dove se voti il MoVimento 5 Stelle sei un appestato, i nostri elettori a volte non dicono di esserlo.
Finirete la legislatura?
Questo governo durerà cinque anni perché abbiamo tante cose da realizzare contenute nel contratto. Come le ho detto è un governo inaspettato ma si fonda su due forze politiche, senza transfughi.
Dall’esterno l’esecutivo sembra instabile.
L’instabilità è legata al fatto che c’è discussione pubblica. Ma bisogna abituarsi, perché siamo forze con molte diversità. Più che instabilità, direi che si tratta di sincerità.
Condividete invece quella idea di Trumpismo come modello politico, come lei stesso ha confermato.
non è il nostro modello né sull’energia né sull’immigrazione. Ma lo è sulle misure espansive. Trump ha deciso di abbassare le tasse alle imprese e di fare investimenti facendo anche un po’ di deficit. Tutti quelli che dicevano che avrebbe fatto tremare l’economia, oggi vedono che invece cresce al 4%. Abbiamo utilizzato lo stesso principio.
Con l’immigrazione non sembrate così diversi.
Io non sono favorevole alle politiche dei “muri”, diciamo così.
Dopo la vicenda dell’Acquarius sono peggiorati i rapporti con la Spagna?
No, al contrario. Abbiamo apprezzato l’apertura dei porti da parte della Spagna. Ha allentato la pressione su di noi. Ma l’Acquarius fece aumentare il fattore di attrazione. L’attrazione ai migranti. È stato il primo segnale di cambiamento dei flussi.
sono passati 5 mesi da quando avete cominciato a governare. Le cose sono più complicate quando si è all’interno del Palazzo?
Il tema è il tempo. Questi due ministeri sono i “pronto soccorso” dei problemi delle persone. E dove negli ultimi anni si sono accumulati molte crisi sociali perché mentre si andava avanti si smantellava lo stato sociale. Io sto smantellando il Jobs Act di Renzi, che ha eliminato meccanismi di reinserimento nel mondo del lavoro, creando fantasmi. La difficoltà più grande è quella di incontrare tutte le persone e cercare una soluzione ai loro problemi. Il mio obiettivo quotidiano è quello di arrivare in tempo.
Avete creato tante aspettative.
sì, moltissime. Ma è importante restare vicini alla gente. Non so se riuscirò a risolvere tutti i problemi. Ma è finita l’epoca in cui non si ascoltava nessuno.