I cittadini pagano, i partiti spendono. In Europa c’è un sistema ben oleato di finanziamento pubblico a partiti e fondazioni che in pochi conoscono: tutte le delegazioni, presenti al Parlamento europeo, hanno dei fondi messi a disposizione per costituire dei partiti politici europei e delle fondazioni europee. Basta 1 europarlamentare che si iscriva a un partito con rappresentanti in almeno 1/4 degli Stati membri e il gioco è fatto.
COME SPENDONO I SOLDI?
I partiti e le fondazioni europee devono giustificare le loro spese. Ecco quali sono quelle rimborsabili:
– per riunioni e di rappresentanza
– per pubblicazioni
– spese amministrative
– per il personale e di viaggio
– tutti i costi relativi alle campagne per le elezioni europee
Per il 2019 sono stati previsti 50 milioni per i partiti politici europei e 19.7 milioni per le fondazioni politiche.
I PARTITI ITALIANI E I FONDI EUROPEI DA SPARTIRSI
Avete mai sentito parlare dell’Alleanza per la pace e la libertà? O della Coalizione per la vita e la famiglia? Ecco l’elenco di tutti gli improbabili partiti europei che si spartiscono una torta di 50 milioni l’anno. Il Partito democratico, per esempio, è parte della famiglia del PES che ha raccolto oltre 43 milioni di euro dal 2008 al 2018. La parte del leone la fa il Partito popolare europeo che ha racimolato in 10 anni quasi 54 milioni di euro. Sono ben sei i partiti italiani che fanno parte del PPE: Forza Italia, Udc, Alternativa popolare, Popolari per l’Italia, Svp e il Partito autonomista tirolese. Non rinunciano ai rimborsi anche i Verdi e molti partiti di destra.
Fra i partiti beneficiari di questi fondi c’è anche un fantomatico Partito democratico europeo: ha sede a Bruxelles e ha raccolto oltre 6 milioni di euro negli ultimi 10 anni. Peccato che il link del sito web pubblicato dal Parlamento europeo è fantasma. Sparito! Non si conoscono, dunque, i beneficiari.
Oltre ai fondi ai partiti, una stessa famiglia politica può ottenere fondi attraverso anche delle fondazioni. Ecco il link a tutte quelle che ricevano finanziamenti. Con 5,8 milioni erogati nel 2018, il centro di studi europei Wilfried Martens (collegato al PPE) è quello che ha ricevuto più fondi pubblici.
IL MOVIMENTO 5 STELLE RINUNCIA A QUESTI FONDI
Il Movimento 5 Stelle è diverso da tutti i partiti. La delegazione del MoVimento 5 Stelle ha rinunciato totalmente alla possibilità di usufruire di questi fondi perché non ha aderito a nessun partito europeo o ne ha creato uno nuovo. Rinunciamo a circa 3 milioni di euro. Noi siamo la dimostrazione concreta che si può fare politica senza pesare sulle tasche dei cittadini. In questi anni al Parlamento europeo, i grandi gruppi politici hanno bocciato tutti i nostri emendamenti al bilancio per azzerare questi fondi e restituirli ai cittadini. Dopo le elezioni di maggio, saremo l’ago della bilancia del prossimo Parlamento europeo e la lotta a questi sprechi sarà la nostra priorità. La nostra idea di democrazia è: i cittadini partecipano, le forze politiche scelgono. E cambiano.